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Busto Arsizio | 09 marzo 2024, 07:00

Più commiserazione e tristezza che rabbia: i “No vax” non infiammano i frequentatori del cimitero

La condanna è unanime ma prevale la voglia di non gratificare con troppa attenzione il blitz. “Deficienti” e “sfigati” gli insulti più coloriti rivolti agli autori. Qualche occhiata al cartello che indica la videosorveglianza e un appello che va per la maggiore: «Levate in fretta quella roba»

Il cartello che indica l'area videosorvegliata non ha scoraggiato l'autore, o gli autori, delle scritte

Il cartello che indica l'area videosorvegliata non ha scoraggiato l'autore, o gli autori, delle scritte

I passanti che costeggiano il cimitero di Busto Arsizio ricorrono, nella maggior parte dei casi, alla stessa definizione usata dal sindaco, Emanuele Antonelli (VEDI QUI). «Deficienti» mormorano, dopo avere dato un’occhiata al muro imbrattato con slogan “No vax”. «Sfigati» aggiungono i pochissimi under 30. Tutti proseguono senza pensarci troppo, chi tornando alla propria auto, chi entrando nel camposanto per fare visita a qualche caro estinto. Prevale la voglia di non stare molto a discutere, forse per non dare importanza a un’azione che incappa in condanne unanimi e senza appello. Se lo scopo del blitz vandalico era accendere la fantasia di qualcuno con messaggi convincenti, l’impressione è che il raid abbia fallito.

Sembra, addirittura, che scarseggi l’attenzione. C’è, sì, qualche veicolo che, transitando, rallenta in corrispondenza delle scritte. Un automobilista addirittura si ferma, ingrana la retro e, prima di ripartire, contempla per un paio di secondi il muro. Ma nella stragrande maggioranza dei casi le scritte non vengono notate. «Sono passato da lì stamattina presto e non mi sono accorto di nulla. Solo al secondo giro, anche perché nel frattempo mi hanno avvisato, mi sono reso conto» ricapitola un habitué. «Scritte? Quali scritte?» trasecolano in tre o quattro, appena transitati davanti al punto incriminato. «Ho visto, ho visto… meglio non commentare» scuote la testa un uomo a spasso con il suo cagnolino. «Ognuno – si spinge ad affermare, pacatamente, una signora -  ha diritto di esprimere le proprie idee. Anche quelle che io non condivido. Ma così no. Proprio non ci siamo».

Il fiorista che lavora vicino all’ingresso della “parte nuova” conferma il flop in cui sembrano essere incappati gli autori. Interpellato in tarda mattinata, quando gli slogan sono lì da ore: «I clienti non stanno commentando per niente. Chi arriva dalla parte opposta a quella delle scritte non le può vedere. Ma anche quelli che provengono dalla zona dell’entrata storica non dicono nulla». Solo un passante si dichiara “freddo” nei confronti dei vaccini. «Ma li ho fatti – aggiunge, senza alzare i toni – e comunque quelle scritte sono uno schifo».

Fra chi osserva speranzoso il cartello che segnala la videosorveglianza e chi si esprime in modo più colorito rispetto alla media, rasenta l’unanimità un appello: «Levate in fretta quella roba».

Stefano Tosi

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