Il problema delle migrazioni da un punto di vista esperienziale e giuridico. Questo l’appuntamento di sabato 9 marzo con Soumaila Diawara e l’avvocato Imma Iglo Rezzonico al Civico 3 (via Pretura) di Gallarate (ore 15) nell’ambito di Filosofarti.
Mentre ci si prepara al grande evento al Maga con Cochi Ponzoni per il quale sono state riaperte le prenotazioni grazie all’ampliamento dei posti disponibili alla luce della grande richiesta, il pubblico di Filosofarti si concentra sulle migrazioni, in particolare la storia di Diawara.
Ma chi è Soumaila Diawara?
Nasce a Bamako (Mali), dove consegue la laurea in Scienze Giuridiche con una specializzazione in Diritto Privato Internazionale. Durante il periodo universitario inizia la sua esperienza politica prendendo parte attiva ai movimenti studenteschi a fianco della società civile. Terminati gli studi si inserisce definitivamente in politica, entrando nel partito di opposizione “Solidarité Africaine pour la Démocratie et l’Indépendance” in cui ben presto ricopre la figura di guida del movimento giovanile.
Grazie al suo partito ha modo di viaggiare in vari paesi in Africa, America Latina, Europa e in Canada nella continua lotta per la liberazione del suo paese dall’imperialismo occidentale. Diventato responsabile della comunicazione del suo partito in collaborazione con la Sinistra Maliana e con l’Organizzazione della Sinistra Africana, nel 2012 è costretto ad abbandonare il Mali in quanto accusato ingiustamente, insieme ad altri, di un’aggressione ai danni del Presidente dell’Assemblea Legislativa.
A seguito di tali accuse molti suoi compagni hanno incontrato la morte, altri pochi sopravvissuti sono fuggiti dal paese, mentre lui si trova costretto a seguire le rotte del fenomeno migratorio partendo dalla Libia su un gommone. Grazie al salvataggio di una nave della Marina Militare giunge in Italia nel 2014 dove ottiene la protezione internazionale ed è tuttora rifugiato politico. Nel suo libro, che porta il titolo della conferenza, parla delle cause e dei processi che provocano la fuga di milioni di persone, delle guerre per procura, di dittature ed ingerenze.
È il primo libro che ha cominciato a scrivere ben 5 anni fa, ma che arriva come terzo delle sue opere. Racconta il viaggio dal Mali in Burkina Faso, Algeria, Libia, la detenzione, il lager, il mar Mediterraneo e il naufragio prima di attraversare con foto e interviste raccolte di nascosto nel carcere e nel lager rischiando la propria vita.
La decisione di pubblicare questo libro nasce dalla volontà di rendere testimonianza diretta della realtà disumana che centinaia e migliaia di donne, bambine, bambini e uomini vivono in quel luogo che va oltre l'orrore che è la Libia, nella speranza di poter incidere anche in minima parte nell'opinione nazionale e internazionale, che per la maggior parte ancora è cieca e sorda alle richieste di aiuto.
Un libro documentario con foto e video delle condizioni disumane in cui versano le persone sull'altra sponda.