Un tuffo nell’atmosfera parigina della seconda metà dell’Ottocento, per indagare le vicende di artisti italiani che proprio nella capitale francese trovarono la propria consacrazione. Di questo si parla mercoledì 14 febbraio (ore 15.30) all’Università cittadina per la cultura popolare che proprio nel giorno di San Valentino sigla l’inizio della seconda tranche del programma. Appuntamento, come al solito, al Museo del Tessile.
Il primo incontro è affidato a Chiara Prevosti, guida turistica che accompagnerà la platea alla scoperta dei “Pittori italiani a Parigi tra il XIX e XX secolo”.
«Complici le esposizioni universali del 1855 e del 1867, Parigi si trovò ad essere al centro di un grande movimento di persone appassionate alle arti, così da creare per gli aspiranti pittori ottime occasioni per trovare un mercato – spiega la relatrice - Giuseppe De Nittis da Barletta e Giovanni Boldini da Ferrara arrivarono in Francia attratti da nuove possibilità e proprio a Parigi diedero il via a una fortunata carriera. Gli spunti non mancavano: collezionisti americani avidi di opere, un’arte più tradizionale che trovava largo spazio nelle esposizioni dell’accademia, ma anche nuovi fermenti che vanno sotto il nome di impressionismo».
Ma De Nittis e Boldini non furono gli unici a varcare le Alpi: anche Antonio Mancini da Napoli, Federico Zandomenighi da Venezia e Vittorio Matteo Corcos da Livorno si trasferirono, chi per pochi anni, chi per tutta la vita, nella città più bohèmien al mondo.
Questi artisti sono i principali attori della mostra ora allestita al Castello di Novara, che sarà oggetto di visita il 15 marzo. Nella sede dell’Università si cercherà quindi di ricostruire il contesto in cui questi artisti vissero, commentando una serie di opere, anche in preparazione della visione dei quadri dal vero.