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Economia | 05 febbraio 2024, 11:01

I prestiti alle imprese varesine calano del 10%

A scattare una fotografia dell’accesso al credito delle aziende del Varesotto è il monitoraggio avviato dal Centro Studi di Confindustria Varese. Il presidente Roberto Grassi: «Siamo di fronte ad uno scenario che mette a rischio la liquidità delle imprese»

I prestiti alle imprese varesine calano del 10%

Calano i prestiti alle imprese industriali varesine. Lo stock del credito concesso al settore manifatturiero locale dal sistema bancario a settembre 2023 e stato pari a 3,4 miliardi di euro, in diminuzione del -10,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 (in cui i prestiti si attestavano sui 3,8 miliardi). Questo è quanto emerge da una rilevazione del Centro Studi di Confindustria Varese che, a fronte dell’innalzamento dei tassi e dell’aumento del costo del denaro, sta portando avanti da alcuni mesi un’opera di monitoraggio dell’andamento del credito, consultabile nella sezione “Economia” del sito Internet www.confindustriavarese.it. (Cliccare qui per consultare la dashboard interattiva).

Il dato varesino è sostanzialmente in linea con il risultato nazionale (che registra un -10,5%), ma risulta leggermente più accentuato rispetto alla media lombarda (-9,3%) ed è comunque assestato sugli stessi trend a cui si assiste in altre province manifatturiere dentro e fuori regione.

Per quanto riguarda, invece, le sofferenze, sempre a settembre 2023, risultavano pari a 51 milioni di euro e riguardavano l’1,5% del totale dei prestiti erogati alle imprese, segnando un leggero incremento rispetto al trimestre precedente (a giugno 2023 si attestava all’1,4%). Questi dati, tuttavia, vanno letti nel loro complesso: pur risultando leggermente in salita rispetto alla precedente rilevazione (50 milioni a giugno 2023), infatti, sono comunque lontanissimi dai livelli che si registravano nel 2020, quando i valori erano sui 171 milioni di euro, e in diminuzione se paragonati allo stesso periodo del 2022 (62 milioni). La situazione, sotto questo punto di vista, può dirsi, dunque, al di là delle variazioni di mese in mese, in miglioramento nel medio e lungo periodo.

Altro parametro tenuto sotto stretta osservazione dalla rilevazione del Cetro Studi di Confindustria Varese è quello del “Tasso annualizzato di ingresso in sofferenza”, ovvero le velocità con cui si formano le nuove sofferenze. Il risultato varesino, a settembre 2023, si attestava a poco più dello 0,9%, tornando a crescere rispetto allo 0,5% rilevato nel settembre 2022. Il dato, in linea con la media nazionale (0,9%, costante da mesi) e superiore di poco allo 0,7% della regione Lombardia, risulta tuttavia allineato oppure migliore rispetto a quanto totalizzato da altre province industriali lombarde.

Le cause di questi andamenti sono da attribuire, principalmente, ad una minore domanda di credito da parte delle imprese, a seguito dell’aumento del livello generale dei tassi di interesse e ad una maggiore rigidità del settore bancario sui criteri di offerta dei prestiti. Gli ultimi dati di Banca d’Italia rilevano, infatti, un nuovo trend di incremento del tasso d’interesse armonizzato per prestiti erogati alle imprese italiane: dopo il 5,01% di agosto, il tasso è salito al 5,35% a settembre, al 5,46% ad ottobre e infine al 5,59% a novembre, avvicinandosi sempre di più al record di ottobre 2008, quando si arrivò a un preoccupante 5,84%.

Il Presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi commenta: “Lo scenario che prospettano i dati del Centro Studi di Confindustria Varese non è da sottovalutare. Le difficoltà di accesso al credito si sommano a una serie di dinamiche, la maggior parte dettate da motivi di geopolitica, che conducono tutte ad una generale erosione delle marginalità delle nostre imprese e, dunque, della loro redditività e della loro liquidità. Quadro, d’altronde emerso chiaramente anche a livello nazionale e sottolineato negli ultimi rapporti del Centro Studi di Confindustria che hanno evidenziato ‘una percezione negativa su aumento dei costi, condizioni finanziarie, disponibilità di materiali, impianti e manodopera’. Elemento di ulteriore preoccupazione è poi il fatto che il 2024 sarà l’anno in cui si concentreranno i rimborsi dei prestiti erogati durante l’emergenza Covid.

Tutto ciò rende ancor più urgente dotare il nostro sistema economico di un piano industriale ad ampio spettro e che guardi in maniera specifica al sostegno agli investimenti, a partire da ‘Transizione 5.0’, di cui siamo in attesa dei dettagli che tardano ad arrivare. Alle aziende, invece, il compito di ripensarsi guardando con più coraggio al mercato dei capitali, quale strumento finanziario a supporto dei propri progetti di crescita. Un punto su cui, come Confindustria Varese, continueremo ad insistere con un’opera di informazione e crescita culturale”.

Redazione

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