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Busto Arsizio | 12 maggio 2023, 17:26

VIDEO. «Busto, vieni a conoscere te stessa e il tessile. Un'arte in cui c'è tutto: ricerca, moda, preoccupazioni»

All'inaugurazione della mostra collaterale di Miniartextil esponenti di imprese e cultura coinvolti in un "passaggio di consegne" dallo storico Luigi Giavini: «La mia famiglia da 422 anni in questo mondo, i giovani devono scoprirlo»

foto per cortesia di Giampietro Castignone

foto per cortesia di Giampietro Castignone

Un passaggio del testimone conclude l'inaugurazione della mostra: un rituale insolito e accattivante che vede lo storico Luigi Giavini chiamare a sé gli imprenditori tessili Piero e Federico Sandroni e Beppe Tronconi, la vicesindaco Manuela Maffioli e la conservatrice del museo Erika Montedoro.

«Con questo gesto - dice Giavini affidando i "bastoni" di una lavorazione - cosa voglio fare? Ci son qui i rappresentanti del fare... importante è trasmettere, è come un passaggio di consegne che io faccio agi alba degli 87 anni». Sorride il papà del museo del tessile, che prima ha confidato una cosa: la sua famiglia, in realtà, «è nel settore da oltre 422 anni, da Biella a Busto. Ha passato tutte le lavorazioni tessili, da fuochista a tintore, da stampatore a direttore, rappresentante... È una cosa che ho dentro è naturale».

E dovrebbe esserlo per tanti, dovrebbe contagiare i bustesi che qui hanno un filo - recente o antico - capace di legarli alla loro tradizione: «I giovani devono scoprire una cultura del tessile che dà lavoro... il tessile è l'arte più bella del mondo perché ci sono dentro la ricerca, la moda, la delusione, le preoccupazioni». Annuiscono gli imprenditori, nei loro occhi si legge la soddisfazione di un risultato, la paura quando l'incertezza del mercato rischia di frenare tanti sforzi.

Ma Busto Arsizio e il suo tessile hanno attraversato tante fasi diverse. Si va avanti, in forma differente. Questa mostra, un piccolo gioiello all'interno di Miniartextil, lo ricorda. "ROSA. Quando la chimica diventa poesia" è un'esposizione tematica di campionari tessili e prove di stampa e tintura, curata dalla conservatrice Montedoro con la consulenza tecnica di Giavini: dalla sua collezione privata provengono diversi pezzi e sarà visitabile fino all'11 giugno negli orari di apertura del museo.

Questa mostra garantisce «spazi di apprendimento, di acquisizione di nuove informazioni legate al nostro mondo tessile»  ricorda Maffioli che ringrazia tutti e cita anche Graziella Giavini, silenziosa, nascosta quasi in un angolo come suo solito, ma profonda ispiratrice. Ribadisce Montedoro: «Abbiamo scelto di posizionare una linea del tempo, che ci racconta un momento cruciale, il passaggio dal mondo dei coloranti antichi all'industria dei coloranti».

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Affiorano conversazioni visive di colore, di tintura e quindi ancora una volta di industria tessile, ma è "alchemico" l'aggettivo che si accosta al rosa e conduce ai coloranti. C'è una parte storica, quindi un viaggio nei pezzi esposti. Tra questi una busta campionario del Cotonificio Cantoni, un foglio manoscritto proveniente dagli appunti di Franco e Adolfo Koller, un raro esempio di stampa Vigoureux per la lavorazione del nastro di lana o misto. E ancora un campione di tessuto stampato con la tecnica degradé, di moda negli anni '70.


INFO

La mostra sarà aperta al pubblico dal 12 maggio all’11 giugno con i seguenti orari di  apertura:
Lunedì chiuso

Martedì - Giovedì 14.30 - 18.00
Venerdì 9.30 - 13.00 e 14.30 - 18.00
Sabato 14.30 - 18.30
Domenica 15.00 – 18.30.

Marilena Lualdi

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