L’ultima "battuta di caccia" portata a termine da Plastic Free Gallarate è avvenuta in viale Milano. I volontari, una quindicina, si sono trovati davanti a un noto fast food che insiste sull’arteria tra la città dei due galli e Busto Arsizio. Hanno incominciato a darsi da fare. Per raccogliere tutti i rifiuti a portata di mano, un’opera preziosa, in aggiunta a quella del servizio di Igiene urbana.
«Procedendo in direzione centro, per meno di un chilometro – riassume Barbara Nassi, referente locale – abbiamo riempito 25 sacchi tra secco, plastica e vetro. Ma anche pezzi di automobile, un estintore, due serrature, un cerchione, una ruota. Siamo autorizzati dai comuni in cui interveniamo, ogni volta avvisiamo, anche per consentire un ritiro rapido di quanto accumulato».
In quanti siete?
Le adesioni sono su base volontaria, di volta in volta. Non c’è un numero preciso. Diciamo che c’è una differenza fra minori e maggiorenni. I secondi possono presentarsi anche all’ultimo minuto. Sono comunque coperti da assicurazione. I più giovani devono per forza iscriversi preventivamente attraverso i canali presenti on line. Nel loro caso, non si può improvvisare. In generale. l’iscrizione in anticipo consente di organizzarsi meglio.
Attrezzatura necessaria?
Guanti, ovviamente, e scarpe da lavoro. Noi possiamo mettere a disposizione delle pinze per raccogliere oggetti da terra senza necessariamente piegarsi o prendere in mano i rifiuti.
Chi sono i vostri volontari?
Non c’è una categoria che prevale sulle altre. Io, per esempio, lavoro in un campo che nulla ha a che fare con i rifiuti. Semmai verifichiamo una differenza generazionale. I bambini sono più scrupolosi. Gli adulti badano soprattutto ai rifiuti di dimensioni maggiori e visibili. I più piccoli sono precisi, non vogliono tralasciare neanche una cicca di sigaretta.
La pazienza del mozzicone, viene da pensare, può essere il segno di una differenza fra generazioni.
In effetti, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono i bambini ad abbandonare rifiuti, ma gli adulti. Chiamiamoli così.
I risultati osservati sul campo possono essere letti in modi diversi...
La nostra azione sicuramente serve. Ma ogni tanto sembra di svuotare il mare con un secchiello. Ci capita di vedere zone ripulite ingombre di pattume in tempi brevi. Facciamo sopralluoghi, prima di entrare in azione. E, dal controllo al giorno successivo, troviamo materiali che poche ore prima non c’erano. È come se ci fossero persone che seguono la nostra attività, approfittandone. Buttiamo lì, sembra che pensino, tanto domani passano a raccogliere.
I ritrovamenti peggiori?
È impressionante la quantità di normale spazzatura casalinga che potrebbe essere trattata con i normali canali. Vetro, plastica, umido… Di recente abbiamo rinvenuto parecchia carne. Se tolta dalle confezioni poteva essere smaltita diversamente. No, è stata nascosta in un cespuglio. Elettrodomestici. Abbiamo recuperato anche una vecchia pistola, consegnata ai carabinieri. Una collezione sterminata di dvd per adulti. Semplice plastica, a ben pensarci. E poi una cuccia con trasportino e sacchi per lettiera, intatti. Roba che un canile o un gattile avrebbe preso più che volentieri.
Uno scenario spiazzante. Ma Plastic Free procede, metro per metro.