Quella banana su fondo bianco la conosce anche chi non ha mai sentito una singola nota dei Velvet Underground. Per gli appassionati di rock, invece, è semplicemente il simbolo di uno snodo, di un album diverso da tutto ciò che lo ha preceduto. E “seminale”, un tempo si scriveva così, per tante produzioni venute dopo. La banana "peel off" era, ovviamente, opera di Andy Warhol. Ne parlerà Luciano Bolzoni (architetto, responsabile art and cultural project con Sea) domenica 19 marzo, alle 17:30, nell'incontro “Sindrome POP. La copertina di un disco come nuovo impulso creativo: dai Velvet Underground ai Rolling Stones”, nell'ambito della mostra “Andy Warhol. Serial Identity”.
«L’immagine della copertina di un disco – si fa presente dal Maga - in particolare di un long playing (LP), costituisce il primo punto di incontro con il potenziale ascoltatore. A partire dagli anni Cinquanta le case discografiche affidarono agli artisti il progetto concettuale di dare un volto ai dischi, da Salvador Dalì a Mario Schifano, da Luigi Ghirri ad, appunto, Andy Warhol. Durante l’incontro si traccerà la storia delle copertine disegnate da Warhol, osservando alcune tra quelle che hanno fatto la storia e soprattutto la vera cerniera di “Sticky Fingers” dei Rolling Stones, esempi di come nella filosofia di Warhol tutto (o quasi) potesse essere veicolo seriale di futura vendibilità».
Appuntamento in Sala degli Arazzi, alle 17.30. Numero limitato di partecipanti, sul sito del Museo e sui suoi canali social le coordinate per prenotarsi. In caso di posti esauriti è prevista la possibilità di seguire la conferenza su Zoom