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Storie | 13 dicembre 2022, 08:00

Max De Aloe e l'armonica che respira: «La mia passione per la musica è nata in prima media. Oggi scrivo di... jazz, pugili e ghiaccioli»

Mercoledì 14 alle 21 il gallaratese - anzi bustocco - tra i più attivi e conosciuti armonicisti a livello internazionale, presenta a Besnate in sala consiliare il suo primo libro. «Ho voluto dare un taglio ironico. Una scusa per parlare di altri più che di me»

Max De Aloe e l'armonica che respira: «La mia passione per la musica è nata in prima media. Oggi scrivo di... jazz, pugili e ghiaccioli»

«Non solo l’armonica è il mio strumento, ma per me è fondamentale il respiro, tant’è che ho intitolato così un mio brano importante. Si racconta anche di un pugile divenuto jazzista famosissimo, di ghiaccioli che mi piacciono tantissimo, ma più che raccontare della mia vita preferisco parlare di altri musicisti che ho avuto l’onore di incontrare».

Così Max De Aloe, uno tra i più attivi e conosciuti armonicisti a livello internazionale, nonché produttore e docente con all’attivo 50 Cd, parla del suo libro. Con semplicità e umiltà. Lui ci tiene a precisare che fa musica non per ricercare fama o ricchezza, che fa parte di quella schiera di musicisti che scrivono per pochi, senza velleità.

Pur nella sua modestia, sei mesi fa si è accinto a mettere nero su bianco un mosaico di microstorie che raccontano della sua infanzia e della sua formazione, gli inizi della carriera con i tour in Europa, in Africa, in Cina e in Sud America, le amicizie nate con musicisti di tutto il mondo. Ne è nato un libro agile e divertente, il suo primo libro per Blonk editore, appunto dal titolo “L’armonica che respira. Di jazz, pugili e ghiaccioli”. Un racconto che prende le mosse dalla passione nata da bambino per l’armonica a bocca - strumento di cui sappiamo decisamente troppo poco - e diventata presto studio, sperimentazione e soprattutto la chiave per aprire finestre sulla musica di tutto il mondo.

«In realtà la mia passione per la musica è nata in prima media alle scuole Bossi di Busto Arsizio – confessa – con la professoressa Giavini». Dalle scuole di via Dante, Max De Aloe ha mosso i primi passi con gruppetti emergenti poi a vent’anni ha scoperto l’armonica cromatica, l’amore per il jazz e da qui ha spiccato il volo.

Lieve, ironico e appassionato, il testo di De Aloe coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, facendo balenare riflessioni che a volte sembrano nate per farsi dialogo su uno dei mille palchi calcati negli anni, e a volte invece sussurrate al tavolo di una cena tra amici. «Ho voluto dare un taglio ironico al libro – spiega – Una scusa per parlare di altri più che di me». In primis si parla di Toots Thielemans, poi del jazzista dei Supertramp, Don Friedman, del fisarmonicista amico di Umberto Eco, Gianni Coscia  e tanti altri.

Parlando della sua infanzia non mancano riferimenti a Busto Arsizio dove per vent’anni è vissuto in viale Diaz. «Anche se ora abito a Gallarate mi sento bustocco. Anche se devo constatare che ho suonato in tutto il mondo, ma non sono mai stato invitato al Festival jazz di Busto Arsizio. Prima o poi ce la farò».

Nel suo curriculum Max De Aloe annovera prestigiose collaborazioni in sala di registrazione e dal vivo e ha pubblicato circa 50 Cd, tra cui anche colonne sonore per spettacoli teatrali e documentari, oltre a collaborazioni con poeti, scrittori e registi, tra cui Lella Costa, Marco Baliani, Giovanni Veronesi, Oliviero Beha, Paolo Nori, Giuseppe Conte. Si è esibito in festival e prestigiose rassegne in diversi Paesi tra cui, Sud Africa, Zimbabwe, Mozambico, Madagascar, Brasile, Cina, Hong Kong e in tutta Europa.

Laura Vignati

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