Margherita guarda ipnotizzata la torta e quelle onde di panna e crema punteggiate di fragole, indecisa se affondare il colpo o meno (lo farà, con garbo, ma giustamente lo farà). Bruno la siede sulle sue ginocchia vestite di un elegante verde alpino, la custodisce con delicatezza nel suo corpo ancora agile.
Due anni, lei. Cento, lui. Il loro abbraccio, quell’esistenza vissuta - tanto, bene - che contiene quell’esistenza appena sbocciata è un’immagine da contemplare, come fosse il quadro di un pittore che ha avuto il dono di cogliere al pari di nessun altro il senso della vita e i suoi piccoli, grandi miracoli quotidiani.
Castronno festeggia il secolo di Bruno Spozio, classe 1922, una meraviglia di uomo a tre cifre. In forma smagliante, più lucido di un ventenne, una memoria che pesca rigogliosa nei ricordi, un sorriso che ringrazia senza dimenticare nessuno. Anche perché sono tanti, intorno a lui, in primis la moglie Lila, il figlio Fausto, la nuora Maria Luisa, i nipoti Ilaria, Federica e Giovanni e la piccola Marghe.
E poi gli amici, i vicini di casa che sono come degli altri nipoti, il sindaco del paese Giuseppe Gabri in fascia tricolore e, last but not the least, gli Alpini di Castronno, una parte fondamentale dell'epopea di Bruno, penna nera durante la Seconda Guerra Mondiale (un’esperienza per la quale servirebbe un libro… e infatti il sindaco gli chiede personalmente di mettere per iscritto le sue memorie), penna nera fino a quando sarà il suo ultimo respiro.
Non è allora un caso che questo compleanno così speciale si sia celebrato proprio nella sede degli alpini locali, di cui il signor Spozio è stato fino a pochi anni fa anche segretario. Foto di rito, regali, dolci e tanto amore, il tutto baciato da un sole tiepido che ha voluto esso stesso rendere omaggio a un momento tanto semplice eppure magnifico.
«Grazie a tutti» ha detto Bruno nel ricevere la targa dono dell’amministrazione, prima di raccontare - tra le altre cose - anche il segreto della longevità dell’amore. Vederlo ancora al fianco della sua Lila, in un matrimonio talmente lungo che le definizioni “nozze d’oro” o di “diamante” sono roba da sposini - è in effetti un’altra bellissima storia da ammirare: «Un giorno sì e l’altro pure mi dice “non ti sopporto più”. Ma se non ci fosse stata lei, io non so dove sarei».
Grazie a te, Bruno.