«La questione sarà portata in Conferenza capigruppo e, poi, in Consiglio comunale. Probabilmente a settembre». Lo affermava Massimo Gnocchi (consigliere di Obiettivo comune Gallarate) a giugno. La questione era (è) l’area naturale dei fontanili, al confine tra Gallarate, Cavaria e Besnate, oggetto di una petizione che ha raccolto 600 firme. Ma la capigruppo, ieri, ha “deviato” la rotta dell’iniziativa: il suo approdo non sarà il Consiglio comunale. Le proposte sui fontanili andranno all’attenzione di sindaco e Giunta. Gnocchi non la prende bene.
Procedendo con ordine. I fontanili sono un’area umida di pregio, interessante per caratteristiche legate alla flora e alla fauna. Ma vulnerabile al degrado: è lambita dall’autostrada e gli abbandoni abusivi di rifiuti non si contano. A complicare la situazione, il fatto che i terreni, in parte proprietà privata, si trovino al confine fra tre comuni. Di recente anche la siccità ha fatto il suo.
Prima della grande sete, un gruppo di cittadini ha promosso una raccolta firme allo scopo di tutelare l’area. Pur nella consapevolezza che Gallarate è solo uno degli attori interessati, l’iniziativa chiede a palazzo Borghi di proteggere l’ambiente e coordinarne la pulizia, coinvolgere le scuole affinché gli studenti siano consapevoli del patrimonio naturalistico che hanno a disposizione, istituire un vero e proprio parco intercomunale. E, se possibile, creare un ecomuseo sulla storia della comunità, per esempio focalizzato su bosco e acque.
Gnocchi dava per scontato che la proposta, incassato il necessario consenso, venisse discussa e votata in Consiglio comunale. Ma non sarà così: «In Conferenza capigruppo si è deciso, a maggioranza, di portarla all’attenzione del sindaco e della Giunta». Cocente delusione: «Così, tutto finisce nell’indeterminatezza. Non si sa neanche quali possano essere i tempi in cui il sindaco si esprimerà».
Possibile? Sì. Nel testo sottoposto ai cittadini si ventila la possibilità di posizionare fototrappole per “incastrare” i pattumeros. Materia per la quale, spiega lo stesso Gnocchi, sarebbe competente la Giunta. Poi ci sono altri problemi, a partire da discrepanze fra Statuto comunale e regolamento che disciplina le petizioni. Differiscono, fra l’altro, sul numero di firme necessarie a rendere valida una petizione: 200, stando al primo, 400 per il secondo. «Faccio presente – insiste Gnocchi – che la proposta è stata modificata in alcuni passaggi per potere essere ammissibile e che i moduli sono stati timbrati dalla Segreteria comunale. Inoltre le firme sorpassano abbondantemente entrambe le soglie. In gran parte le abbiamo raccolte al Monte Diviso: i cittadini si sono dovuti muovere, si sono mobilitati».
Giovanni Pignataro, Partito Democratico: «In effetti, a questo punto non si capisce che senso abbia raccogliere le firme. Se la proposta deve comunque finire sulla scrivania del sindaco e non in Consiglio, tanto vale che i proponenti mandino una lettera al primo cittadino. E, nel caso specifico, stiamo parlando di istituire un tavolo di confronto fra amministrazioni comunali, non di impegni onerosi. L’interpretazione sottostante il voto in capigruppo è, probabilmente, possibile. Ma c’è qualcosa che non funziona, specie nella considerazione della volontà espressa da centinaia di cittadini».
Ancora Gnocchi: «Ricordo che su questo tema, a novembre 2021, ho presentato una mozione in Consiglio comunale. Bocciata per questioni di metodo, si disse, non di merito. Tornando al caso recente: non credo ci volesse un grande sforzo per portare comunque la petizione in Consiglio, per poi uniformare Statuto e Regolamento. Intanto, i Fontanili restano un luogo che ha bisogno di cura. Oggi più di ieri, visto com’è andata l’estate».
Farà il possibile la rete Plastic Free: iniziativa per ripulire l’area dei Fontanili domenica 2 ottobre, dalle 9, con ritrovo in via Assisi 103. Sui contenuti della petizione, palla al sindaco e alla Giunta.