"E voilà è iniziato agosto, in una settimana abbiamo assistito a più fughe di clienti che dopo aver prenotato per più notti se ne sono andati dopo la prima notte perché si sono accorti che le nostre camere non hanno i servizi privati". A raccontarlo è con un post su Facebook il titolare del rifugio Jervis di Bobbio Pellice, una struttura del Cai molto nota in Val Pellice e conosciuta dai turisti.
"Ci dispiace molto per chi non ha trovato la tipologia di camera o servizio che desiderava", continua il messaggio pubblicato sui social, "ma fortunatamente la nostra struttura continua ad essere un rifugio del Club Alpino Italiano e mi auguro che tale rimanga e quindi devo purtroppo ammettere che non siamo un albergo, non siamo un ristorante e non siamo nemmeno un bar... siamo semplicemente la casa di chi ama e frequenta la montagna, al quale cerchiamo di dare un'accoglienza calorosa e decente".
Alla fine, una considerazione amara: "Non temete", conclude il titolare, "Ormai sto arrivando alla pensione e forse chi verrà dopo di me trasformerà per la gioia di tanti questo posto in un normalissimo ristoro in quota e comunque per ora anche in memoria del nome che questo rifugio porta cercheremo di "resistere"... grazie e buona montagna a tutti!".
Sotto il post, una pioggia di commenti solidali firmati da appassionati della montagna e dai followers del rifugio.