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Busto Arsizio | 26 luglio 2022, 07:00

Il tango risuona al “Città di Busto” e il Cai depone la targa del centenario

Il 17 agosto il rifugio è stato scelto dalla Regione Piemonte come tappa per il “Concerto in quota” con il trio Libertango. L'altra domenica, il “Maria Luisa” primo rifugio Cai in Italia per la misurazione della pressione. Previsti interventi al “Città di Busto” con un bando per la sistemazione dell’acquedotto

Il tango risuona al “Città di Busto” e il Cai depone la targa del centenario

I rifugi della Val Formazza di proprietà dei Cai di Busto Arsizio salgono alla ribalta dell’attenzione nazionale. L'altra domenica il Maria Luisa, per la giornata dell’ipertensione, è stato il rifugio che si è fregiato del più alto numero di prestazioni mediche in tutt’Italia (erano 30 i rifugi coinvolti) con le misurazioni della pressione, frequenza cardiaca e saturazione. E il “Città di Busto” è stato scelto dalla Regione Piemonte come meta per i “Concerti in quota”, così il 17 agosto lo chalet a 2.480 metri farà da palcoscenico al trio Libertango. Sarà anche l’occasione per collocare la targa del centenario del Cai.

Dunque, per metà agosto si preannuncia il pienone al rifugio a due ore e mezza di cammino da Riale. Non mancheranno soci del Cai di Busto per segnare l’importante evento.

Comunque sono sempre tanti gli escursionisti che fanno tappa allo chalet di Busto Arsizio. Soprattutto il sabato e la domenica, ma anche gli altri giorni la struttura, trovandosi a ridosso del passo Gries verso la Svizzera, della diga dei Sabbioni e della cima Blinn Horn, attira l’interesse di tanti turisti che non si lasciano sfuggire anche l’ottima cucina del rifugio. Qui i prodotti sono sempre freschi, considerando che l’approvvigionamento delle materie prime avviene attraverso una funivia per cui il Cai aveva stipulato una convenzione con l’Enel. «Purtroppo l’anno prossimo – spiega l’ex presidente Mario Lualdi – sarà in manutenzione e probabilmente ci dovremo arrangiare con gli elicotteri».

Interventi di manutenzione

Inaugurata nel 1927 su progetto di Silvio Gambini che tra l’altro ha firmato tanti lavori liberty in città, la struttura ormai 95enne richiede continue opere di manutenzione. «Essendo esposta a forti intemperie – prosegue Lualdi – necessita di frequenti interventi di mantenimento. Anni fa erano stati rifatti i serramenti, la copertura, i bagni, collocati i doppi vetri, lo scorso anno anche per evitare assembramenti (causa Covid) all’interno, si è realizzato un bagno esterno».

Un altro importante intervento che si sta valutando di portare avanti, la sistemazione della vasca di raccolta delle acque che interessa l’acquedotto che porta l’acqua da Punta Camosci, dove c’è la sorgente, al rifugio. Per questo si stanno esaminando i requisiti per far rientrare il “Città di Busto” nel bando del Cai.

Laura Vignati

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