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Busto Arsizio | 08 marzo 2022, 07:00

L’impegno di Eva Onlus per le vittime di violenza: «Le donne non sono sole»

Oltre cinquecento le donne che si sono rivolte al centro di Busto tra il 2020 e oggi. «La violenza è un fenomeno trasversale – dice la presidente Elisabetta Marca –. Le vittime sono di nazionalità, religione e culture diverse. Dalle minorenni che intercettiamo nelle scuole alle ottantenni che hanno aspettato fino a questa età per dire basta». In Eva Onlus trovano una rete di professionisti preparati per queste situazioni

Elisabetta Marca, presidente di Eva Onlus

Elisabetta Marca, presidente di Eva Onlus

Da oltre dieci anni Eva Onlus è un riferimento per le donne vittime di violenza di genere. L’associazione, con sede ai Molini Marzoli a Busto Arsizio, fa parte della rete territoriale antiviolenza e opera in sinergia con altre realtà: dalle forze dell’ordine ai Comuni di quest’ambito, dagli ordini professionali ad Ats Insubria.
Tante le donne che hanno ricevuto un aiuto concreto: 481 quelle che si sono rivolte al centro nel biennio 2020-2021 segnato dalla pandemia, che ha acutizzato il problema. E dall’inizio dell’anno sono già almeno cinquanta.

Il centro

Grazie a Eva Onlus, queste donne possono contare sul supporto di «professionisti professionalizzati», per usare le parole della presidente dell’associazione, l’avvocato Elisabetta Marca, ospite di #Backstage, il format video dedicato ad attualità, economia, sociale, cultura e sport del nostro territorio.

«Assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, legali. Tutti soggetti a continuo aggiornamento in tema di violenza», spiega la presidente. La donna che entra in contatto con il centro, tramite pronto soccorso, forze dell’ordine o in maniera autonoma, affronta degli incontri psico-sociali e viene affidata a un legale che la porterà alla probabile denuncia. Il centro accompagna la donna in tutto il percorso giudiziario.

Come chiedere aiuto

Chi è vittima di maltrattamenti può comporre il numero anti-violenza e stalking 1522 o quello del centro (334 5369630). Quest’ultimo è riportato anche sul “Muro delle donne” di piazzale Piemonte, davanti al mercato di Busto. «In tante lo hanno visto facendo la spesa e ci hanno contattato», racconta Marca.

Ma anche i social non vanno sottovalutati: «I canali di Instagram e Facebook sono stati potenziati nel periodo della pandemia pensando alle donne chiuse in casa con il loro maltrattante. Abbiamo ricevuto tante richieste di aiuto anche in questo modo». È anche possibile raggiungere direttamente la sede ai Molini Marzoli (via Alberto da Giussano 12 a Busto), non a caso vicino al Comando di Polizia locale, o contattare l’associazione tramite il sito (cliccando qui).

Le vittime

Ma chi si rivolge a Eva Onlus? «Le donne sono prevalentemente di nazionalità italiana, ma la violenza è un fenomeno completamente trasversale – rivela la presidente –. Le vittime sono di nazionalità, religione e culture diverse. Dalle minorenni che intercettiamo nelle scuole alle ottantenni che non ce la fanno più e hanno aspettato fino a questa età per dire basta. Donne di tutte le estrazioni sociali e culturali, anche se si è alzata molto la scolarizzazione delle vittime».

Molto spesso si tratta di donne che non hanno un’indipendenza economica: «Molte lavorano, ma all’interno delle mura domestiche diventano completamente dipendenti dal loro maltrattante».

I minori

I casi nei quali è presente un minore sono particolarmente delicati. «Sono molto diffusi – dice Elisabetta Marca –. I bambini vedono le peggiori nefandezze. Oltre all’impatto psicologico importante, c’è il rischio che a loro volta diventino maltrattanti o maltrattate. È fondamentale pertanto il lavoro di sensibilizzazione che svolgiamo nelle scuole».

Eva Onlus è tra le realtà promotrici di Ormenuove, un progetto che offre servizio integrati di protezione e cura per minori e famiglie (leggi qui).

Le donne non sono sole

L’associazione partecipa anche a tante iniziative culturali utili per sensibilizzare e che negli anni hanno permesso alle donne di conoscere il centro. La presidente, con una lettura ottimista della situazione, osserva che «l’aumento degli accessi non deve per forza essere letto in chiave negativa come il risultato di un aumento esponenziale delle violenze, ma come un’emersione del sommerso. Ora le donne sanno a chi rivolgersi».

E se talvolta capita di leggere di casi di cronaca con protagoniste donne che avevano denunciato il maltrattante, «per una donna rivolgersi a una rete in cui può essere messa in protezione può aiutare a evitare una tragedia. Le donne non sono sole, devono rivolgersi a un centro antiviolenza. Ci sono tantissimi casi con risvolti “positivi”».

Aiutare l’associazione

Come si può aiutare l’associazione? «Parlarne, parlarne, parlarne – risponde l’avvocato Marca – perché si fa capire che Eva Onlus c’è e può aiutare le donne».

Chi volesse sostenere dal punto di vista economico il grande lavoro di questa realtà può trovare tutti i riferimenti sul sito (cliccando qui) o partecipare agli eventi che prevedono una raccolta fondi.

La puntata di #Backstage con Eva Onlus

Riccardo Canetta

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