«Il primo punto fermo, diversamente da quanto l’assessorato di Moratti dichiarava qualche giorno fa, è che il Consiglio regionale dovrà modificare la riforma per accogliere i rilievi avanzati dal Governo. E non saranno modifiche banali, perché riguardano, tra l’altro, la medicina territoriale, con le case di comunità, la programmazione dei servizi e quindi anche l’apporto del privato e il meccanismo delle nomine dei direttori generali. Quello che Fontana e Moratti stanno cercando di nascondere è che nella trattativa a Roma hanno accettato qualsiasi modifica pur di farsi accogliere una legge che tocca il nervo scoperto della Regione e della sua giunta di centrodestra. È però grave che la trattativa sia avvenuta su un presupposto, la privatizzazione del Consiglio regionale, che sarà chiamato ad approvare, con il minimo dibattito possibile e con nessuna possibilità di intervento, decisioni assunte altrove che sono condizione necessaria per il via libera del governo alla legge, come se non stessimo parlando della salute dei lombardi».
Lo dichiara il capogruppo del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti a commento dell’intervento oggi in Aula della vicepresidente Moratti, chiamata dalle opposizioni di centrosinistra a riferire sui rilievi avanzati dal Governo alla legge di riforma della sanità lombarda.
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