Spesso e volentieri si sente parlare di classi energetiche in riferimento a case e altre tipologie di immobili: ebbene, si tratta di una classificazione che rientra proprio in una più generale politica legata alla valutazione delle varie strutture immobiliari dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente.
Iniziamo da un aspetto molto semplice: la classe che viene ribattezzata A4 si caratterizza per indicare quella che comprende degli immobili che sono in grado di garantire altissimi livelli di efficienza e di prestazioni. La classe G, al contrario, è quella più in basso alla piramide e individua tutti quegli immobili vecchi, che consumano molto e che, di frequente, sono stati costruiti tanti decenni fa.
La riqualificazione energetica sul territorio italiano
In tutto il territorio italiano, ci sono numerose abitazioni che necessitano di una serie di interventi di riqualificazione energetica. Nel 2017, un’indagine aveva messo in evidenza come le strutture dotate di tecnologie ad elevata efficienza nZEB, sono presenti quasi esclusivamente in tre regioni, ovvero Veneto, Lombardia e Trentino-Alto Adige.
Già da questi primi dati, si può facilmente intuire come il patrimonio immobiliare italiano sia del tutto obsoleto, ma al contempo realizzato senza rispettare determinati criteri e requisiti in termini di abbassamento dei consumi di energia, ma anche per quanto riguarda l’efficientamento.
Il significato della certificazione energetica
Possiamo paragonare la certificazione energetica a una vera e propria carta d’identità? Assolutamente sì: si tratta del documento più importante che analizza e inquadra alla perfezione le prestazioni energetiche in riferimento a un immobile, come si può scoprire anche su Certificazioneenergeticafacile.it.
Grazie alla certificazione energetica, si può comprendere quali siano i consumi di energia di un determinato edificio, oppure, al tempo stesso, quanto è in grado di risparmiare. Il valore che è oggetto di misurazioni risponde a un nome ben preciso, ovvero l’indice di prestazione energetica e sta a indicare il consumo di energia per metri quadrati, in alcuni casi per metri cubi, dell’immobile.
Il consumo di energia fa riferimento alla necessità di riscaldare la casa durante la stagione invernale, specialmente nelle giornate più fredde, ma anche per la produzione di acqua calda che viene usata in casa e per il raffrescamento nel corso delle giornate estive più afose.
L’acronimo di cui si sentirà spesso parlare è l’Ape, ovvero attestato di prestazione energetica. Ebbene, questo documento può essere rilasciato solo ed esclusivamente da parte di un tecnico che ha una particolare abilitazione. Si può trattare, di conseguenza, di un professionista come un geometra, un ingegnere oppure un architetto, senza dimenticare un perito edile.
Grazie a questo certificato, di conseguenza, si possono avere anche le idee molto più chiare in riferimento a tutti quegli interventi strutturali che potrebbero portare in dote un notevole miglioramento dal punto di vista energetico della propria abitazione.
A partire dal 2005, la produzione di questa documentazione non è più una necessità, ma si è trasformata in un vero e proprio obbligo, in base a quanto è previsto dal Decreto Legislativo 192 del 2005, in riferimento a una serie di fattispecie, come ad esempio i rogiti, i contratti di locazione, le detrazioni, gli sgravi fiscali e gli annunci immobiliari.
Per poter raggiungere una misurazione efficace e precisa, è fondamentale prendere in considerazione e analizzare un gran numero di parametri che si riferiscono all’edificio e che hanno natura non solo ambientale, ma anche costruttiva. Stiamo facendo riferimento alle condizioni climatiche del luogo in cui si abita, l’esposizione ai raggi del sole, le peculiarità dell’immobile dal punto di vista termico e costruttivo, il fatto che ci siano o meno dei sistemi di raffrescamento e di riscaldamento e, infine, la presenza o meno di sistemi di cogenerazione dell’elettricità, oppure che vanno a usare delle fonti rinnovabili.