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Busto Arsizio | 30 novembre 2021, 08:42

«Mi sento profondamente europea. Per questo dico: buon Natale»

Amanda Ferrario, dirigente dell'Ite Tosi, risponde così alle linee guida dell'Unione europea: «Parlo soprattutto come cittadina. Ma a scuola abbiamo anche preparato due alberi di Natale e presepe. Perché allora facciamo le vacanze natalizie? Non offendiamo nessuno»

«Mi sento profondamente europea. Per questo dico: buon Natale»

«Buon Natale: io lo dico, lo scrivo e lo auguro a chiunque. Cattolico oppure no. Perché le radici, la cultura di un popolo, le sue origini portano con sé i valori e le tradizioni che ci hanno fatto crescere. Mi piace viaggiare, vedere, incontrare, conoscere e imparare da culture diverse dalla mia. Da ciascuno prendo il meglio che può darmi. Da chiunque abbia incrociato il mio cammino mi lascio sorprendere. Ma le prossime feste SONO il Natale».

Questa la risposta sui social di Amanda Ferrario, dirigente dell'Ite Tosi di Busto Arsizio alle nuove linee guida sulla comunicazione diffuse dall'Unione europea. Che chiedono di usare una espressione più generica, buone feste, in nome del trattamento egualitario della persona, si afferma.

Parla - ci spiega poi - «soprattutto come cittadina. Che male c'è a festeggiare Natale? Perché facciamo le vacanze di Natale? Per celebrare questo altrimenti non interromperemmo qualunque attiività, compresa la scuola. Dove facciamo anche due alberi e il presepe. Essere inclusivi non significa togliere, al limite aggiungere, non credo nessuno possa sentirsi offeso. Abbiamo anche il crocifisso in aula. È mortificante agire così. Io mi sento profondamente europea, in questo questo credo sia uno scivolone».

Su Facebook aveva già messo a fuoco a proposito delle festività e vacanze: «Non ci sarebbe bisogno di farle, se non celebrassimo qualcosa. I riti sono importanti. Segnano il cammino, la via. Tanto che celebriamo anche feste laiche, come il 25 aprile il 1 maggio. E allora, a maggior ragione, nella nostra cultura di matrice cattolica, celebriamo il Natale... Perché l’inclusione non è livellamento culturale: la vera inclusione è la capacità di accogliere tutti, nel rispetto di ciascuno, nella nostra comunità. Con le nostre radici e le nostre tradizioni, ma anche con i nostri valori!».

Marilena Lualdi

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