Ci furono i soldati. Dispersi. Ci furono i morti. Raccolti, quando trovati, lontano da casa. E ci furono le donne. A combattere le lunghe battaglie della vita. Da mamme senza figli, da mogli senza mariti. Sergio Ferrario, presidente provinciale dell’associazione “Famiglie dei caduti e dei dispersi in guerra”, le definisce “militari senza stellette”. Ora una targa ricorda l’impegno e i sacrifici di queste persone al cimitero di Castellanza, con particolare riferimento a Tambov, campo 188, dove riposano tanti caduti italiani nella campagna di Russia. Perché? Perché ci sono i figli, i nipoti e i pronipoti. Ci sono le figlie, le nipoti e le pronipoti. Perché, per guardare al presente e al futuro, serve memoria.
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