Vittorio Pizzolato, il dottore, presidente della Pro Loco, ha fatto fatica a leggere il suo ricordo di Pietro Tenconi. Per la troppa esperienza vissuta insieme. Per il troppo amore, condiviso, verso Gallarate. Oggi, 31 agosto, la città dei due galli ha partecipato al funerale di Re Risotto, nella basilica di Santa Maria Assunta
C’erano le autorità cittadine, a partire dal sindaco, Andrea Cassani, e dalla sua avversaria alle prossime elezioni comunali, Margherita Silvestrini.
C’era ovviamente la famiglia di Tenconi, commossa.
C’erano i cittadini e gli amici che hanno conosciuto e apprezzato Pietro. Anche condividendone l’impegno per Gallarate.
Tenconi, uomo capace di intuizioni nel sociale e nella cultura. Versatile. Persona votata alla profondità e, insieme, alla leggerezza.
A Gallarate, quanti bambini (tanti, oggi, adulti) lo ricordano nei panni carnevaleschi? Protagonista dello scherzo. Che, però, aveva radici profonde: non ci si inventa Re Risotto, o la distribuzione estiva del brodo, senza la consapevolezza di una fame da esorcizzare, da superare con determinazione e impegno…
Tutti ricorderanno Pietro Tenconi per il suo sorriso. E anche quello veniva da lontano. Dalla saggezza che porta a increspare le labbra all’insù perfino nella tristezza, nel dolore. Per riconoscere i meriti di chi se ne va, raccoglierli, imparare e andare avanti.
Dunque Pizzolato? Ha ricordato lui, Tenconi. Lo ha descritto così: poeta, storico, giullare, uomo colto e preparato, instancabile lavoratore.
Mancherà. Chi raccoglierà la sua eredità? Evviva il re...