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Economia | 31 marzo 2021, 20:37

Anche le fiere della moda chiedono decisioni e tempi certi

Dal Governo si vogliono «assolute certezze per poter riavviare la propria attività, non si pianifica in pochi giorni»

Una edizione di Milano Unica

Una edizione di Milano Unica

Le manifestazioni fieristiche sono un asset fondamentale per le Pmi e per il made in Italy, la loro ripartenza può innescare la ripresa economica del Paese.

Ecco perché dopo l'appello del Salone del Mobile di Milano (LEGGI QUI) risuona quello delle più grandi rassegne italiane del settore moda. Sono Pitti Uomo, Bimbo, Filati e Taste a giugno, Milano Unica (il salone dell'eccellenza tessile-accessori) a luglio e poi a settembre Micam Milano (il salone internazionale delle calzature), Mipel (l’evento internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio in pelle), TheOne Milano (il salone dell’haut-à-porter femminile), Linea Pelle (mostra dedicata a pelli, tessuti, accessori e componenti più innovativi), DaTE (manifestazione dedicata all'occhialeria d'avanguardia) e Homi Fashion&Jewels Exhibition (manifestazione dedicata al bijoux e all’accessorio moda).

Chiedono al Governo «assolute certezze per poter riavviare la propria attività» confermandone lo svolgimento, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza sanitaria sia per gli espositori che per i visitatori. In particolare si fa appello affinché nel prossimo Dpcm, previsto per il 6 aprile, venga concesso di organizzare eventi fieristici compatibilmente con la tutela della salute pubblica.

L’organizzazione di una rassegna internazionale, rivolta a un pubblico b2b quindi aperta solo ad operatori professionali - si insiste -  ha dei tempi lunghi di programmazione ed allestimento e non può essere pianificata in pochi giorni. Rischiare di prolungare questa fase di incertezza, vuol dire compromettere l’intera stagione autunnale. Se già nel dibattito pubblico si parla di riaperture per alcune attività nel periodo estivo, non si menzionano assolutamente le fiere.

Eppure sono un comparto fondamentale  che genera, secondo le stime di Cfi, un volume d’affari di 60 miliardi di euro annui. Il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione agli eventi fieristici, per un volume complessivo di 251 miliardi di euro l’anno e un ritorno sugli investimenti di 8 euro per ogni euro investito.

Le fiere professionali, per operatori B2B, che escludono assembramenti di visitatori generici, sono da sempre un insostituibile strumento di politica industriale, si sottolinea.

Redazione

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