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Economia | 20 gennaio 2021, 16:28

«Gli imprenditori investano oggi per raccogliere domani e i politici imparino cos'è un'industria»: l'imprenditore bustocco Roberto Belloli a #Backstage indica la via della ripartenza

L'imprenditore tessile della "Antonio Aspesi" di Busto Arsizio è stato ospite del talkshow del martedì di VareseNoi, dedicato alle prospettive per il mondo imprenditoriale che si possono aprire nel 2021: «Eravamo già in crisi prima del Covid che ha messo a nudo i nostri problemi, a partire dalla mancanza di filiere produttive»

«Gli imprenditori investano oggi per raccogliere domani e i politici imparino cos'è un'industria»: l'imprenditore bustocco Roberto Belloli a #Backstage indica la via della ripartenza

Prima del Covid eravamo già in crisi, il virus ci ha solo messi a nudo fermando i consumi. Per guardare al futuro, bisogna anche rivolgere lo sguardo indietro, a quello che abbiamo saputo fare, forse a quello che abbiamo smesso di fare.

Roberto Belloli, imprenditore tessile di Busto Arsizio, durante la puntata di “Backstage”, il talkshow del martedì di VareseNoi, andato in onda ieri sera è stato netto e diretto, come suo solito. Lui che più di dieci anni fa, radunò gli agguerriti "Contadini del Tessile", movimento che si impegnò per agguantare la sospirata etichettatura in grado di riportare il tessile a battersi ad armi pari. Portarono persino a casa una legge, la Versace-Reguzzoni, che poi non poté essere applicata. Ma allora perché combattere ancora, in questa tempesta persino più furiosa? Perché si sa cosa è possibile fare, perché un imprenditore, questo territorio ce l’hanno dentro. «L’economia italiana ed europea – insiste Belloli – era in crisi, il Covid ha messo in evidenza una serie di problematiche legate alle infrastrutture, la mancanza delle filiere produttive. Ha appunto fermato i consumi e noi viviamo di consumismo. Ha aggravato la situazione insomma». Di crisi, avevamo già avuto fior di assaggi. «Il problema però non è l’azienda singola, bensì la filiera produttiva – rimarca ancora Belloli – Abbiamo perso i grossi produttori di materia prima. I piccoli non fanno massa critica». Di qui l’unica azione possibile: «Fare più connessione, massa critica appunto».

L’azienda di Roberto Belloli è la “Antonio Aspesi”: porta il nome del nonno, un imprenditore che è stato un riferimento per il territorio. Alla domanda su cosa chiederebbe al nonno oggi Belloli: «Io gli chiedo già, gli parlo. Ho avuto la fortuna di lavorare gomito a gomito dieci anni con lui. La crisi non può essere la soluzione, intendo, produrre mascherine non è questa la risposta. Lui mi ha sempre spronato a guardare avanti, al prodotto che venderemo in futuro». Investire oggi per raccogliere domani, questa sarebbe, è la risposta del nonno.  «Che poi loro hanno vissuto i momenti drammatici, noi no – prosegue Belloli – noi gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, quelli dell’oro». Insomma, le imprese devono investire e innovare ma attenzione: «Lo facciamo da cento anni, non me lo devo sentir dire dai politici. Loro facciano il loro mestiere e imparino cos’è una realtà industriale». Con un appunto finale: «L’investimento dev’essere per la produzione, quella è il nostro futuro. Sostenibile e via dicendo, perché si è anche sbagliato. Ma dobbiamo produrre».  

Marilena Lualdi

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