Nella serata del 25 novembre, proprio in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, si è verificato nel Luinese) un grave episodio di violenza domestica che ha richiesto un immediato intervento dei Carabinieri della Compagnia di Luino e della Stazione di Marchirolo.
Alle precedenti ore 17.45, all’interno della propria abitazione, un cittadino 48enne dello Sri Lanka, residente nel Luinese, ha aggredito la moglie, connazionale e convivente, nel corso di un ennesimo litigio scaturito per futili motivi. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, ha prima colpito ripetutamente la donna al volto e poi ha tentato di soffocarla utilizzando un cavo elettrico, prima di allontanarsi alla guida della propria autovettura ancora in stato di forte alterazione psicofisica.
La tempestiva segnalazione dei vicini al 112 ha consentito alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Luino di inviare immediatamente sul posto le pattuglie dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione di Marchirolo. I militari, intervenuti in pochi minuti, hanno intercettato l’uomo mentre stava rientrando verso l’abitazione e lo hanno arrestato in stato di flagranza di reato. L’arrestato, risultato positivo all’alcoltest, è stato contestualmente sottoposto al ritiro della patente di guida e il veicolo è stato sequestrato ai fini della confisca.
La vittima, che non versa fortunatamente in pericolo di vita, è stata immediatamente soccorsa dal personale sanitario e trasportata all’Ospedale di Circolo di Varese dove le sono stati riscontrati traumi contusivi, tumefazioni alla testa ed evidenti abrasioni al collo compatibili con il tentativo di soffocamento con il legaccio improvvisato, repertato e sequestrato quale corpo di reato. Sono stati immediatamente attivati i protocolli del cosiddetto “Codice Rosso”, con informazione diretta al Procuratore della Repubblica di Varese.
L’arrestato, recidivo perché già condannato nel 2020 per analoghe condotte ai danni della moglie, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Varese, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria cui spetterà, come sempre, valutare le responsabilità su quanto avvenuto.
L’uomo risulta recidivo poiché in analoga occasione risalente a fine novembre 2019, era stato arrestato in flagranza di reato e, dopo una misura cautelare in carcere di circa sei mesi, era stato condannato - con patteggiamento - alla pena di due anni di reclusione, scontata tra il 2023 e il 24 con affidamento in prova ai servizi sociali.
Per le condotte socialmente pericolose di allora era stato avviato anche un procedimento di espulsione e l’uomo era stato accompagnato presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano, ma il provvedimento non era stato reso eseguibile per la presenza di legami familiari regolari in Italia e per una successiva attività lavorativa documentata che lasciava intendere un ravvedimento e un inserimento nel contesto sociale locale.
L’episodio, avvenuto proprio nel giorno dedicato a riaffermare l’impegno collettivo contro ogni forma di violenza sulle donne, rappresenta un richiamo severo sulla necessità di tenere alta la guardia sulle condizioni delle potenziali vittime, allertando, come è stato fatto nella circostanza con l’Arma dei Carabinieri, il 112 al fine di poter garantire una risposta immediata ed efficace in ogni situazione in cui l’incolumità domestica, e non, risulti minacciata.














