Cronaca | 26 ottobre 2025, 19:04

Sfregiato il murale, la rabbia di "Liberi di crescere" a Busto

«Scrivere "Remigrazione" su un'opera nata per unire è un gesto vile, ma non ci pieghiamo. Risponderemo con ancora più colore e chiediamo all'amministrazione e ai cittadini di unirsi a noi»

I murales danneggiati - foto dalla pagina Facebook

I murales danneggiati - foto dalla pagina Facebook

I ragazzi di "Liberi di crescere" avevano realizzato il murale con tanta cura, tanto amore durante l'evento della Cena in piazza alla Buca di via Salgari LEGGI QUI). L'associazione di Busto Arsizio in prima linea nell'inclusione - che promuove iniziative credendo nei giovani e nella libertà con sport, divertimento e idee ribelli per chi vuole crescere senza limiti e cambiare il mondo divertendosi - ha fatto un'amara scoperta oggi e l'ha denunciata sui social.

SIETE SOLO DELLE M*R*E!

Durante l'evento del 7 settembre, con il lavoro di tanti bambini, ragazzi, volontari, e soprattutto grazie alla generosità di un artista internazionale, avevamo dato vita a un murales che parlava di inclusione, accoglienza e bellezza condivisa.

Un muro che raccontava l’impegno, la fatica e la gioia di una comunità che sceglie ogni giorno di stare dalla parte giusta, in quei luoghi che sono "terra di nessuno".

Oggi quel muro è stato sfregiato con una parola vergognosa: “remigrazione”.

Una parola che sa di odio, che divide, che ferisce.

Scriverla sopra un’opera nata per unire è un gesto vile, che colpisce non solo noi, ma i valori più semplici e veri del vivere insieme.

Ma non ci pieghiamo.

Non risponderemo con rabbia, ma con ancora più colore, ancora più vita, ancora più coraggio.

Come associazione, sistemeremo quel murales e lo faremo insieme ai nostri ragazzi, perché l’inclusione non si cancella con una bomboletta.

Perché dove qualcuno vede muri, noi continueremo a costruire ponti.

E chiediamo all’Amministrazione Comunale e a tutta la cittadinanza di Busto Arsizio di unirsi a noi: non solo per condannare questo gesto, ma per affermare, insieme, che la nostra città non accetta l’odio, non accetta la paura, non accetta la violenza dei simboli e delle parole.

Busto è e deve restare una città che accoglie, che ascolta, che costruisce.

E noi saremo sempre lì, a ricordarlo, con i colori dei nostri ragazzi. 

Redazione

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