Si è svolta venerdì sera alle Scuderie Martignoni la partecipata presentazione del Manifesto Civico di Obiettivo Comune Gallarate, un appuntamento che ha visto la sala gremita e un pubblico attento, desideroso di confrontarsi sui grandi temi della città. L’incontro, dal titolo «La città ai cittadini! Insieme, si può», ha segnato un momento di svolta per il gruppo civico che, come ha ricordato il promotore Massimo Gnocchi, nasce per «ridare voce a quella parte di Gallarate che oggi si sente esclusa, tradita e delusa dagli attuali amministratori».
Il Manifesto Civico, presentato al pubblico come base per un percorso di costruzione partecipata, punta a un’amministrazione fondata su buon senso, concretezza e ascolto. «Non ci interessano le tifoserie di partito — ha affermato Gnocchi — ma le persone che amano davvero la città e vogliono vederla tornare pulita, ordinata e viva».
Una politica che riparte dai bisogni concreti
Durante la serata sono stati toccati i nodi più urgenti della vita cittadina: sanità pubblica, sicurezza, manutenzione, viabilità e spazi di socialità.
Il gruppo ha ribadito la necessità di difendere l’ospedale di Gallarate dallo smantellamento progressivo, definendo la struttura «un presidio sanitario da salvare, non da cancellare».
Ampio spazio anche alla cura delle piccole cose, dalle strade ai marciapiedi, dal verde urbano alle scuole, e al tema dell’urbanistica responsabile, con un chiaro «no» al consumo di nuovo territorio. «Meglio investire sulle manutenzioni e sull’efficienza energetica, piuttosto che sulle grandi opere inutili e costose», è stato ribadito dal palco.
Gli impegni civici: ambiente, sport, edilizia popolare
Nel corso dell’incontro è stato ricordato l’impegno del gruppo nelle petizioni civiche, come quella per salvare l’area dei fontanili o la raccolta firme a sostegno dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
Non sono mancati riferimenti alla situazione dell’edilizia popolare, con oltre 1.500 alloggi che necessitano di manutenzione e di una gestione più attenta, e al Palazzetto dello Sport, «da restituire — come ha ricordato Gnocchi — a una società sportiva cittadina che oggi milita in Serie D, per restituire alla città un luogo di sport e comunità».
Leonardo Corbo: «Palazzo Minoletti diventi la Casa dei Giovani»
Tra gli interventi più significativi della serata, quello di Leonardo Corbo, responsabile della sezione giovani del movimento, che ha dato voce a una generazione spesso dimenticata:
«Quando si parla di giovani sembra sempre di parlare di qualcosa di astratto. Ci serve uno spazio dove poter esporre le nostre idee e confrontarci liberamente, perché la scuola, mi sono accorto, non è più uno spazio critico».
Corbo ha poi lanciato una proposta concreta: trasformare Palazzo Minoletti nella “Casa dei Giovani”, uno spazio di confronto e di crescita comune:
«Potrebbe essere gestito dal Consiglio comunale come luogo di dialogo aperto, dove possiamo arricchirci a vicenda. Noi giovani siamo in grado di prenderci delle responsabilità, ma ci va data l’occasione».
«Serve un consiglio comunale che torni a essere luogo di confronto vero»
La serata si è conclusa con un appello agli “stati generali civici”, un invito al confronto rivolto a tutte le realtà che condividono la visione di una Gallarate più vicina ai cittadini.
«Chi amministra deve avere una visione di lungo termine, ma oggi Gallarate ha bisogno prima di tutto di risposte immediate ai bisogni più semplici: pulizia, decoro, socialità e sicurezza» – hanno ribadito gli organizzatori – «Serve un consiglio comunale che torni a essere un luogo di confronto vero e non un’arena di contrapposizioni sterili».














