Esiste un modo diverso di fare politica, ed è quello che nasce dall’impegno concreto per la città e per le persone che la vivono ogni giorno. È questo il messaggio che Obiettivo Comune Gallarate porterà il 24 ottobre alle Scuderie Martignoni, in occasione della presentazione del proprio Manifesto Civico per Gallarate.
Massimo Gnocchi, volto e voce del gruppo, spiega che tutto parte da un’idea semplice e rivoluzionaria: restituire la città ai cittadini. «I cittadini si sentono ormai solo elettori ai quali chiedere, ogni cinque anni, un voto di convenienza. Poi i politici fanno i politici e i cittadini restano a guardare, spesso vedendo disattese le promesse e inascoltate le istanze che nel frattempo emergono. Bisogna ribaltare questo concetto – afferma Gnocchi – e la nostra coerenza ha dato prova di meritare questa fiducia».
Una politica, dunque, che ascolta, costruisce e unisce. Non slogan, ma metodo. «Il Manifesto Civico che andremo a proporre sarà la cornice di un quadro. Il programma concreto, invece, lo scriveremo con chi coraggiosamente e convintamente aderirà a questa idea diversa. Nel suo piccolo, quasi rivoluzionaria. Noi vogliamo farlo davvero».
Il movimento, come ribadisce Gnocchi, nasce da una dimensione civica autentica, lontana da logiche di partito e da interessi personali: «Una lista civica non ha padroni, padrini o gerarchie. È fatta dalla gente che la vive e che, in forma diversa, decide di fare volontariato per la sua città. In questi anni abbiamo costruito anche gli anticorpi per evitare parvenu e opportunisti. A noi interessa una città dove chi governa cerchi la soluzione migliore per tutti, non per sé stesso. Platone lo insegnava».
Nel Manifesto Civico confluiscono anche le esperienze più recenti del gruppo, come la petizione per l’Ospedale Sant’Antonio Abate e le iniziative per la Piscina comunale. «La petizione sull’ospedale è stata una delle più belle esperienze di questi anni a livello di coinvolgimento della gente – ricorda Gnocchi –. Ha mostrato che, se autentiche e sincere, certe iniziative fanno breccia. Ora questa nasce con lo stesso spirito e volontà di coinvolgimento. Nessuno di noi ha la verità in tasca, ma costruire una casa che abbia dei comandamenti comuni e, nel loro solco, proporre delle soluzioni, è la sola strada che conosciamo. Libertà è partecipazione… non lo diciamo noi, lo diceva Gaber, e aveva ragione».
Guardando avanti, Gnocchi parla di una scommessa, più che di una sfida: «Siamo convinti che questa città abbia molte più risorse umane positive di quante non sappia. Ha smarrito un senso di comunità che però non ha perso per sempre. Noi vogliamo farlo riemergere, senza affanni o grandi preoccupazioni. Non abbiamo interessi da difendere: vogliamo che siano difesi gli interessi di tutti, in egual misura. Difficile? Utopistico? No. Bisogna solo farlo. E il fatto che Obiettivo Comune sia arrivato fin qui senza compromessi o opportunismi è la conferma che è più che fattibile. Dipende dalla gente. Come giusto che sia».