Da Novate Milanese a Varsavia, dalle aule scolastiche alle frequenze radio, dai senzatetto ai detenuti: la vita di Rossella Semplici è un viaggio continuo nell’animo umano. Una storia in cui la psicologia diventa ponte, strumento, carezza. E missione.
La musica non bastava: l’origine di una vocazione
La marnatese Rossella Semplici compirà 67 anni a novembre, ma l’energia che sprigiona ha il ritmo di una sinfonia in crescendo. E la musica, nella sua storia, è davvero il primo amore. «Ho insegnato un anno musica alle medie, a Novate Milanese, in una scuola sperimentale. Ma ho capito subito che arrivare ai ragazzi in difficoltà a quell’età era troppo tardi». Lì, tra un pentagramma e una nota stonata, Rossella ha intuito che serviva un altro strumento per accordare vite già provate. Nasce così la sua decisione di iscriversi a Psicologia a Padova, quando in Italia c’era solo quella facoltà.
La psicologia diventa subito qualcosa di concreto, un intervento totale sulla persona. In un’epoca in cui dislessia, discalculia e disgrafia erano quasi tabu, lei lavora nel Ministero dell’Istruzione, progettando con gli insegnanti interventi creativi e individualizzati: «Nelle classi prime si faceva molto con i vari linguaggi. Portavo la musica in aula per rendere amorevole ciò che si imparava. La creatività era al massimo». La psicologia, insomma, non come etichetta ma come possibilità.
La lotta contro i silenzi: mafia, bullismo, emarginazione
Rossella è sempre andata oltre la stanza dello psicologo. Per lei il disagio va affrontato lì dove nasce, cresce, silenziosamente esplode. È così che nel suo percorso arriva anche la parola “mafia”. Grazie a un incontro fortuito – quello con Giorgio Chinnici, membro della Commissione Antimafia e parente del magistrato Rocco Chinnici – Rosella dà vita a incontri pubblici e scolastici sul legame tra bullismo e criminalità organizzata. «Sensibilizzavamo ragazzi, genitori, insegnanti. Sempre come volontariato. Era importante far capire che certi meccanismi di potere e paura nascono anche nei corridoi della scuola».
Il suo è un impegno “a 360 gradi”, come ama ripetere. Non slogan, ma presenza. Perché è nei margini, nei senza voce, che Rossella ha costruito il suo senso del mestiere: detenuti, senza tetto, stranieri. Volontariato vero, vissuto, costante. E sempre in rete con associazioni, come Avulss, la Croce Rossa, o la Sos Stazione di Busto Arsizio, dove oggi incontra persone in difficoltà nella parrocchia dei Frati.
La psicologia che incontra la politica, il mondo e la fede
Rossella è anche cittadina del mondo. Ha fatto parte per un anno e mezzo dell’associazione di diritto pontificio “Carità Politica”, con incarichi a Roma e contatti diretti con ambasciatori presso la Santa Sede. Ha vissuto da vicino il Giubileo del 2000. «Un’esperienza che mi ha aperto la mente». Da lì, altre esperienze internazionali: un viaggio in Cina con una delegazione di giornalisti e medici, su invito del governo, dove tiene un intervento su ansia e depressione. Dalla Cina nasce il suo primo libro: "La cura della salute", edito dalle Paoline. Un testo che propone una visione ampia della salute, come stile di vita, come equilibrio, come scelta quotidiana.
Accanto a lei, in questa avventura di scrittura e pensiero, c’è sempre stato il marito Quirino Quisi, stimato primario di psichiatria. Insieme firmano volumi fondamentali come Il volontariato e Il lavoro – Tra identità personale e società. I due diventano una coppia intellettuale e spirituale, capace di promuovere cultura, formazione, dibattito. Anche dopo la sua scomparsa, Rossella continua a portare avanti il suo lascito.
Casa Quirino: il testamento scritto nella vita
«Sarà una casa vivente». Con queste parole Rossella descrive il suo prossimo grande progetto: Casa Quirino, in memoria del marito. Un luogo concreto, accogliente, destinato ad ospitare inizialmente 5-7 persone con disturbi psichici non gravi. Ma sarà molto più di un centro: «Voglio continuare la sua missione. Lui ha sempre guardato alle persone con empatia, cercando di portarle fuori dall’emarginazione». Casa Quirino sarà un punto d’incontro tra professionisti, famiglie, volontari e soprattutto tra cuori. Perché la cura, per Rossella, non è mai stata solo un gesto tecnico, ma una relazione viva.
Psicologia e futuro: i giovani, il digitale, le nuove sfide
Rossella non smette di guardare avanti. Da anni è impegnata nel progetto di educazione socio-sanitaria dell’associazione Enrico Dell’Acqua, parlando a studenti, docenti e genitori dell’impatto delle nuove tecnologie. «Non si può lasciare che il mondo digitale cresca senza guida. Serve confronto, rete, alleanza educativa». Le sue parole diventano azioni: trasmissioni radio, incontri, articoli divulgativi su Famiglia Cristiana, laboratori con persone disabili o anziani. Anche il pianoforte, oggi, lo suona per gli altri. In Rsa, in piccoli gruppi, per trasmettere la bellezza della musica classica come terapia, come dono.
Instancabile la sua attività di scrittrice che spazia dal già citato testo sulla cura della salute a "Il lavoro tra identità personale e società", "Parole per capire ascoltare capirsi" a "Il volontariato, risorsa per sè e per gli altri".
Una vita che fa rete, una professione che accoglie
Curiosa, instancabile, sensibile. Rossella Semplici è una donna che ha messo la psicologia a servizio della comunità. Ha scritto, insegnato, curato. Ma soprattutto ha ascoltato. Ha ascoltato bambini che non riuscivano a leggere, genitori smarriti, detenuti dimenticati, anziani invisibili, giovani incerti. Oggi continua la sua attività come libera professionista, ma sempre dentro un’idea: la cura non si fa da soli. Si fa insieme, costruendo legami. Come quelli che, da una lezione di pianoforte da bambina, l’hanno portata a prendersi cura del mondo.