Sono ufficialmente iniziati i lavori per il nuovo Palazzetto dello Sport di Gallarate, nell’area di via delle Azalee, nel quartiere di Moriggia. Ma l’apertura del cantiere ha acceso i riflettori su un tema di grande rilevanza ecologica: l’impatto della nuova struttura sportiva sull’area umida adiacente, già da anni al centro di progetti di conservazione promossi dal Parco del Ticino.
A sollevare la voce è Walter Girardi, figura di riferimento per l’educazione ambientale e guida storica del Parco, che non usa mezzi termini: «Non entro nel merito delle scelte economiche che hanno portato l’amministrazione comunale di Gallarate a decidere di costruire un nuovo palazzetto dello sport. Va da sé, però, che la zona individuata è assolutamente sbagliata».
L’area di cantiere, infatti, si trova a meno di cento metri dallo Stagno di Moriggia, un’ex ghiacciaia naturale che negli anni è tornata a vivere grazie agli interventi di rinaturalizzazione del Parco del Ticino, diventando un habitat fondamentale per numerose specie, tra cui il pelobate fosco (Pelobates fuscus), un anfibio protetto e classificato come vulnerabile a livello europeo.
«Ci troviamo a ridosso di una zona umida ad altissimo valore ecologico, dove il Parco ha lavorato per migliorare e potenziare la biodiversità, facendola ritornare alle sue condizioni originarie. È una zona ideale per la nascita e la crescita del Pelobate fosco», spiega Girardi. «Era del tutto evidente che l’amministrazione comunale di Gallarate è sorda rispetto alle istanze ambientaliste, anche quando sono scientificamente documentate. Anche quando pareri di esperti e relazioni tecniche dimostrano la validità e l’importanza dell’ecosistema».
Il rischio più grave, secondo il Parco, riguarda le interferenze sugli equilibri idrogeologici della zona. Il progetto prevede infatti vasche di laminazione e modifiche all’assetto idraulico, interventi che potrebbero alterare la falda acquifera e compromettere i delicati cicli di piena e prosciugamento stagionale di cui lo stagno ha fisiologicamente bisogno.
«Il pelobate fosco è il simbolo silenzioso della rinascita ecologica di Moriggia»
A sottolineare il valore faunistico dell’area interviene anche Federica Marin, guida naturalistica e co-promotrice insieme a Girardi del progetto Ticino Wild Guides:
«Il pelobate fosco è un piccolo anfibio fossorio, rarissimo, e oggi in grave difficoltà in tutta Europa. Vive quasi tutto l’anno sotto terra, ma ha bisogno di stagni stagionali, temporanei, per riprodursi. Stagni come quello di Moriggia, che grazie ai progetti di conservazione è tornato a ospitare centinaia di individui».
Secondo Marin, lo stagno gallaratese è oggi uno dei più importanti siti di riproduzione della specie in Lombardia. «I nostri monitoraggi recenti hanno censito oltre 500 esemplari. Si tratta di un risultato straordinario, ma anche fragile: il Pelobate è molto sensibile a rumori, vibrazioni e soprattutto a qualsiasi variazione nell’equilibrio idrico del suolo».
E lancia un appello chiaro: «Quando si parla di zone umide, bisogna ricordare che la biodiversità non si vede a occhio nudo, ma vive sotto la superficie, nel silenzio. Ogni intervento che modifica il terreno o l’andamento naturale delle acque può compromettere un intero ecosistema. E con esso, anni di lavoro scientifico e di tutela ambientale».