«Resterai per sempre parte di noi». È con queste parole che i membri del Fighting Ground Boxing Club vogliono onorare Rocco La Cognata, che mercoledì sera ha perso la vita in un tragico incidente stradale avvenuto a Luisago mentre rientrava dal lavoro in moto dalla Svizzera.
Un padre premuroso
«Con lui se ne va un padre premuroso di due figli piccoli, un compagno amorevole, un atleta esemplare e un amico sincero – spiega il coach Vincenzo Anastasi – ma anche un punto di riferimento per tutto il mondo degli sport da combattimento: pluricampione italiano di Thai Boxe e K1, era un volto noto e rispettato per la sua forza, la sua correttezza e la sua determinazione».
Doti che hanno saputo conquistare tutti coloro che lavoravano ogni giorno insieme a lui: «Rocco è stato, senza dubbio, il più forte atleta che io abbia mai allenato – ricorda il suo coach – ed era anche il più rispettoso, il più leale e il più vero.
Era raro che saltasse un allenamento, e quando capitava per lavoro, bastava una telefonata per sentirlo dire ridendo: “Coach, giuro che sto andando a correre! Ma dovevo lavorare… sai che non ti tradisco!”
Per me non era solo un pugile, era come un figlio».
E in palestra a Marnate, sin dal 2011, Rocco ha lasciato un segno indelebile, non solo per le sue prestazioni agonistiche, che lo hanno visto conquistare per ben due volte il titolo di campione italiano K1, ma anche, e soprattutto, per le sue doti umane, che lo hanno portato anche a volere accanto a sé i figli in queste occasioni.
«Quando l’ho conosciuto, ero ancora un’atleta anch’io – racconta la presidente Mirela Ndrepepaj – dopo gli allenamenti parlavamo spesso un po’ di tutto, delle sue prime cotte, dei suoi sogni, della vita in generale, e ricordo bene la luce nei suoi occhi quando mi parlò per la prima volta dell’amore della sua vita.
Quando sono diventata presidente ho avuto l’onore di accompagnarlo nella sua crescita, e l’ho visto trasformarsi in uomo, atleta e padre; aveva una forza rara ed era il mio orgoglio, un esempio per tutti, dentro e fuori dal ring».
Combatteva sul ring e nella vita
Negli ultimi mesi aveva rallentato l’attività per impegni lavorativi e per il suo trasferimento a Sesto San Giovanni, ma il legame con la palestra era rimasto fortissimo e il rientro era già nei suoi pensieri.
Il talento e la determinazione, infatti, non erano un caso; Rocco era figlio di Giuseppe La Cognata, campione italiano di braccio di ferro, uomo umile e forte, che gli ha trasmesso quella tempra che chi lo ha conosciuto non potrà mai dimenticare.
«Rocco – prosegue la presidente Ndrepepaj – non combatteva solo sul ring, ma anche nella vita, come testimoniano alcune delle frasi che ripeteva spesso, e che oggi risuonano come un testamento umano e sportivo:
“Non è importante come colpisci. L’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi, e se finisci al tappeto… hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente”.
“Per imparare a boxare basta una notte. E una vita intera per imparare a combattere. Nella vita non contano le parole ma contano i fatti. Tu sei l’artefice della tua vita. Nessuno può interferire. Segui il tuo obiettivo”».
Parole che saranno ricordate nella palestra di Marnate, e che aiuteranno a crescere anche i giovani atleti che la frequentano.
«Ora restano il silenzio, il dolore, e un vuoto che nessuno potrà colmare – conclude Mirela Ndrepepaj – ma in quella palestra, che era la sua seconda casa, il nome di Rocco vivrà per sempre. Sarà il richiamo in uno sguardo, il suono in un colpo ben assestato, la voce che incita chi sale sul ring. Sarà l’esempio per ogni giovane che crede nello sport come strada di rispetto, forza e verità. Buon viaggio, Rocco. Hai combattuto con il cuore. E resterai con noi. Sempre».