Un pomeriggio intenso, emozionante, carico di memorie e significati profondi. Sabato 7 giugno si è chiuso con un evento dal forte valore simbolico il ciclo di celebrazioni per i 150 anni dell’IIS Ponti di Gallarate. Una giornata doppia, che ha unito l’omaggio alla figura del Preside Luigi Zanotta, scomparso nel 2021, alla riscoperta storica dei luoghi legati alla famiglia Ponti, artefice dello sviluppo industriale cittadino.
Il momento più toccante è stato senz’altro la cerimonia di intitolazione dell’Aula Magna della sede di Piazza Giovine Italia al preside Zanotta, figura centrale nella storia dell’istituto. Alle 16.30 il dirigente scolastico Massimo Angeloni ha svelato la targa commemorativa, circondato da autorità, colleghi, familiari e amici del compianto dirigente. Presenti, tra gli altri, l’Assessore Claudia Mazzetti, il Presidente del Consiglio Comunale Marco Colombo, l’ex Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (oggi direttore dell’USR Veneto), il Maggiore Convertino – a cui l’Istituto ha rivolto pubblicamente le congratulazioni per la recente promozione – e il Luogotenente Rivista. A officiare la benedizione, Don Remo della parrocchia di Santa Maria Assunta.
La cerimonia, condotta dalla professoressa Lucia Ambrosini, si è aperta con l’intervento dell’avatar di Andrea Ponti, creato dagli studenti Maino, Lodini e Concu: una presenza simbolica che ha accompagnato tutti gli eventi del 150esimo. Ma è stato nel ricordo dei tanti che lo hanno conosciuto che la figura di Zanotta ha preso vita, forte e viva come nei giorni della sua direzione.
«Ha portato nella scuola la logica del boom economico», ha affermato Enrico Cagnoni, segretario dell’Ipsia Ponti, ricordando come Zanotta si prendesse cura non solo della struttura scolastica ma anche delle persone: “parlava con tutti, ascoltava tutti, era sempre pronto a dare una mano”.
Luigi Manzo ha tracciato il profilo di un innovatore, legando il suo nome al Progetto 92, che trasformò gli istituti professionali italiani in scuole del sapere e del saper fare, portando il Ponti a livelli di eccellenza nazionale. Intellettuale curioso e dirigente rigoroso, Zanotta fu anche presidente dell’Associazione Nazionale Presidi e Cavaliere del Lavoro, titoli che indossava con sobrietà, preferendo parlare della sua Valle d’Intelvi e del suo Eremo di San Zeno. A lui è dedicata una riedizione a fumetti di un suo testo autobiografico, donata ai presenti e curata da Sergio Cattò.
Marco Bussetti lo ha ricordato come un educatore ispirato dal pensiero rosminiano, capace di «rispettare lo sviluppo della mente dei ragazzi, partendo dal conosciuto per giungere all’ignoto». Giuseppe Giorgetti ha invece richiamato la battaglia condivisa per valorizzare i corsi serali, allora troppo spesso considerati scuole di serie B.
A chiudere la cerimonia, una breve ma commovente intervista video in cui Zanotta, ormai in là con gli anni ma sempre appassionato, raccontava la sua visione della scuola. E con semplicità citava le parole di uno studente: «Io in questa scuola ho imparato a vivere». Il suo commento, disarmante e affettuoso: «Scusate se è poco.»
Alle 18.00, con un perfetto passaggio di testimone tra memoria e territorio, ha preso il via il Walking Tour “Ponti e Gallarate”, organizzato in collaborazione con l’Associazione Collana Galerate. Le guide Alberto e Lorenzo Guenzani, insieme a Roberta Riva, hanno condotto i partecipanti in una passeggiata tra le tappe fondamentali dell’evoluzione cittadina, da borgo a polo industriale. Un itinerario che ha toccato luoghi simbolici come la cattedrale, l’asilo Ponti, Piazza Ponti e l’antico ospedale di Largo Boito, intrecciando storia, architettura e imprenditoria.
Il tour si è concluso nel cortile della sede di Piazza Giovine Italia con un buffet conviviale, suggello di un pomeriggio che ha saputo unire il ricordo del passato alla spinta verso il futuro.
La targa in Aula Magna recita “con lo sguardo puntato al futuro”, e mai come in questa occasione l’IIS Ponti ha dimostrato di essere una scuola dinamica, inclusiva e di grande umanità, che non dimentica le sue radici ma continua a crescere, in nome di chi ha saputo indicare la strada.