Viale Stelvio, parcheggio adiacente l’area cantiere del futuro Palaginnastica di Busto Arsizio. L’ammasso di abiti e tessuti vicino ai contenitori bianchi, quelli per la raccolta Agesp dei rifiuti tessili, è particolarmente voluminoso da un paio di giorni. Probabile che i cassoni siano pieni e che gli “utenti”, invece di rinviare ulteriori conferimenti, abbiano accatastato i propri scarti alla bell’e meglio, creando un accumulo esposto a vento e pioggia. Prima che il meteo ci metta del suo, qualcuno decide di servirsi: raccoglie, osserva, sceglie qualcosa da portare a casa, getta a terra gli scarti peggiorando ulteriormente un decoro già compromesso.
La foto viene scattata da una certa distanza: chi, per vestirsi, finisce col rovistare tra i rifiuti non merita l’oltraggio di un ritratto nitido (anche se in città non mancano realtà che si occupano di fornire vestiario in buono stato). Il problema, però, è evidente: intorno ai contenitori bianchi la situazione peggiora a vista d’occhio, a causa del ciarpame che sempre più spesso fa da cornice ai cassonetti. Tessuti ma anche tutto ciò che cittadini indifferenti alle regole e alle istruzioni (sono riportate chiaramente su ogni contenitore) decidono di gettare. E fa capolino con maggiore frequenza il fenomeno collegato: sempre più spesso qualcosa sparisce prima del ritiro da parte degli operatori. Un maglione un po’ meno infeltrito degli altri, il sellino di una bicicletta da rottamare ma con qualche componente ancora utilizzabile, una coperta malconcia ma non a brandelli, un giocattolo magari lercio ma grosso modo intero. Un riciclo informale e inaccettabile: altri dovrebbero essere i canali per rifornire chi ha bisogno, canali che diano minime garanzie, per esempio, su igiene e sicurezza.
Il tutto avviene nel generale contesto, noto e stranoto, di uno strabordante abbandono abusivo di rifiuti, tra pattume domestico che intasa i cestini disseminati per la città, scarichi corposi in zone più o meno fuori mano, accumuli che compaiono in luoghi prima risparmiati dal fenomeno o interessati in modo meno impattante. Un esempio? Restando all’area in fondo a viale Stelvio, ieri ci si potevano trovare un ventilatore, un’antenna portatile per tv, un numero imprecisato di sacchi con indifferenziato (dalla plastica al vetro all’umido), ante di un mobile, pezzi di elettrodomestico, almeno una dozzina di taniche vuote Adblue per motori diesel.
A fronte di un tasso di raccolta differenziata che rende Busto città modello, l'immondizia abbandonata dagli incivili dilaga, la situazione è straordinaria, l’ordinaria amministrazione, di suo impegnativa, non basta.