Una seduta molto partecipata, quella che si è tenuta ieri a Palazzo Borghi, con un pubblico numeroso e attento sin dalle prime battute. Il consiglio comunale si è aperto con un intervento del sindaco Andrea Cassani, che ha ribadito la propria posizione sulla controversa manifestazione “Remigration Summit”, tenutasi lo scorso 4 maggio al Teatro Condominio. «Non condivido molte delle opinioni espresse durante quell’evento – ha detto Cassani – ma in uno Stato di diritto non è compito del sindaco stabilire chi può o non può parlare, purché si resti nei limiti della legalità. La libertà di espressione si tutela anche quando è scomoda».
Nel corso della seduta, il consiglio ha discusso e bocciato una mozione presentata larga parte della minoranza, che ha rappresentato il punto centrale della serata. Il documento contestava duramente le modalità e i contenuti dell’evento, definito «una riunione a porte chiuse di una non meglio precisata associazione» che avrebbe discusso «un manifesto politico denominato Remigration Summit, richiamandosi a tesi in aperto contrasto con la Costituzione».
Nella mozione si sottolineava come la manifestazione si fosse svolta in un luogo pubblico, il Teatro Condominio, destinato per regolamento comunale a finalità teatrali, culturali e ricreative, e si stigmatizzava il fatto che l’evento fosse avvenuto «senza possibilità alcuna di verifica dei contenuti e delle opinioni espresse». I consiglieri evidenziavano inoltre la mobilitazione imponente delle forze dell’ordine – inclusi Carabinieri, Polizia di Stato, Digos, Vigili del Fuoco – e l’impatto sulla viabilità cittadina, con numerose strade chiuse.
Uno dei passaggi più significativi della mozione riguardava il riferimento a partecipanti al summit – come il danese Rasmus Paludan – noti per posizioni estremiste, con Paludan stesso respinto all’aeroporto di Malpensa su provvedimento del Prefetto e del Questore. A partire da questi elementi, il testo chiedeva al consiglio comunale di ribadire l’adesione della città ai principi costituzionali e democratici, di dissociarsi da ogni sostegno diretto o indiretto a movimenti xenofobi o estremisti, e di censurare l’utilizzo di spazi pubblici per eventi politici non trasparenti.
Dopo la presentazione della mozione da parte di Giovanni Pignataro (Pd), interviene Michele Aspesi (lista Cassani) che attacca le minoranze per aver ripreso un comunicato stampa della controparte: «Molto spesso non interveniamo negli argomenti strettamente legati all'etica politica dei partiti che hanno coinvolto questa assemblea ma, questa volta, abbiamo espresso un nostro civico sentimento che non vogliamo sia usurpato dall'opposizione per farne una loro bandiera». E a queste parole il pubblico insorge, costringendo il presidente del consiglio omunale Marco Colombo ad interrompere la seduta per circa 10 minuti (rispetto ai 25 paventati).
La seduta riprende con l’intervento di Cesare Coppe (Città è Vita), ritornato apposta dalle vacanze in Sardegna proprio per partecipare al consiglio di ieri sera. Il consigliere di CèV fa un chiaro riferimento alla politica di Vannacci supportata dal primo cittadino gallaratese: «Viviamo in una città al contrario – ha detto – dove si brandisce la libertà di parola per giustificare idee che negano la Costituzione. Dove si tace sul 25 aprile ma si difendono teorie pericolose in nome della neutralità». Coppe ha accusato il sindaco di atteggiamenti divisivi e contraddittori, facendo riferimento anche al caso di esclusione di alcuni artisti dal Teatro Condominio e alle modalità comunicative del primo cittadino sui social. Parole che accendono il pubblico in aula scatenando un applauso prolungato, costringendo Colombo a richiamare all’ordine la platea.
Gli interventi si sono succeduti con un botta e risposta tra maggioranza e opposizione, intervengono Ceraldi (Forza Italia), Galluppi (Centro Popolare), Bisaccia (Lista Silvestrini) e Ferrari (Pd). Andrea Cassani chiude spiegando la sua posizione politica a riguardo: «Mentre fuori c’è un mondo esausto dei crimini e della tanta violenza degli stranieri, la sinistra li vuole difendere con le cooperative che li gestiscono - continua -. Nessuno, compreso il sottoscritto, pensa che tutti gli stranieri siano delinquenti ma dobbiamo agire prima che sia troppo tardi. Io vado alla sostanza, qui bisogna rimandare al loro paese tutti gli irregolari che ci sono, così come tutti i delinquenti. Parlare di queste tematiche trovo che sia opportuno». Un crescendo di tensioni arriva al culmine con l’intervento di Pignataro: «Questa mozione non voleva dividere ma denunciare cosa sta diventando Gallarate». Rivolgendosi a Cassani: «È chiarissimo che il signor sindaco sta perseguendo un percorso politico nazionale! Speriamo con quest’ultimo intervento di cambiare le sorti di questa votazione ma se così non fosse vi crederete assolti invece sarete per sempre coinvolti».
Subito la replica di Cassani: «Qui l’unica convenienza politica è portare della gente in Italia solo per propaganda».
Il pubblico a queste parole insorge, richiamando l’attenzione della polizia locale che accompagna fuori una donna che inveiva con fischi e gesti inappropriati contro il primo cittadino e il presidente del consiglio.
Viene chiamata subito la votazione che fa registrare 14 contrari e 9 favorevoli. Mozione respinta.