A far discutere nella seduta del 26 novembre del consiglio comunale di Gorla Minore è stata la scelta della giunta Ermoni di modificare lo statuto comunale senza preventivamente informare la minoranza. Che, per protesta, ha abbandonato la seduta anzitempo.
«Si tratta di un cambiamento non certo sostanziale, ma di un semplice aggiornamento che ci è sembrato giusto fare – ha spiegato la sindaca Fabiana Ermoni - di fatto stiamo inserendo nello statuto due commi provenienti direttamente dagli articoli 50 e 90 del testo unico, che permettono al sindaco di avvalersi di collaborazioni, gratuite o retribuite, sia all’interno che all’esterno dell’amministrazione. Si tratta di un’opportunità che nella nostra realtà diventa una necessità, dato che in quello che abbiamo trovato ci sono delle incongruenze che ci hanno portato ad aver bisogno di rivolgerci ad esperti. Stiamo parlando di commissioni d’indagine o di commissioni con scopo specifico, con tutta probabilità a titolo gratuito».
Una decisione che non è piaciuta alla minoranza guidata da Fabio Lorvetti, non tanto per quanto riguarda il contenuto, ma per quanto concerne la modalità con cui la maggioranza ha deciso di procedere. «Non neghiamo di essere rimasti sorpresi da trovare questo punto all’ordine del giorno – ha sottolineato la consigliera Martina Orlandi – si tratta di un documento, lo statuto comunale, che rappresenta l’ossatura su cui si basa tutta l’amministrazione.
Quanto fatto ci pare una mancanza di garbo istituzionale, non chiediamo di creare una commissione ad hoc come abbiamo fatto noi tempo addietro, ma ci aspettavamo di essere coinvolti, interpellati in fase decisionale e di essere informati sul quanto stava accadendo. Dopotutto siamo l’espressione di una parte importante della comunità».
La consigliera, poi, ha proceduto ad illustrare una serie di perplessità relative al contenuto delle modifiche apportate allo statuto, come ad esempio il fatto che persone non elette andranno a vigilare sull’operato degli uffici.
«Si è parlato di convocare delle commissioni d’indagine – ha proseguito Martina Orlandi – che dovrebbero essere presiedute dalle minoranze, e anche per questo a maggior ragione avremmo dovuto essere informati. Anche per questo, per quanto condividiamo la possibilità di modificare lo statuto, non possiamo condividere, né accettare, che su un tema come questo si decida di escludere la minoranza. Il documento non è stato minimamente condiviso, cosa che riteniamo un atto politico grave, e per questo lasciamo la sala consigliare e non partecipiamo alla votazione».
A seguito di queste dichiarazioni, i consiglieri del gruppo Per una comunità rinnovata hanno abbandonato il consiglio comunale.