Ieri... oggi, è già domani | 14 novembre 2024, 05:00

"Mèi sta chi malamenti che"... "meglio star qui in qualche modo che"...

Il mistero della morte, era piuttosto... figurato, come lo era (e forse lo è), guardare in alto per trovare il "regno dei cieli"

"Mèi sta chi malamenti che"... "meglio star qui in qualche modo che"...

Tra i "modi di dire" di un tempo, c'è anche questo: "mèi sta chi malamenti che 'ndò lò pulidu" (meglio essere in vita in qualche modo, piuttosto di morire bene) - in realtà non si diceva "morire", ma si utilizzava " 'ndo lò" vale a dire "andare là", nell'altra vita, come se dovesse trattarsi di un "moto a luogo", una specie …. da qui a là… senza lasciare scampo alle illusioni.

Il mistero della morte, era piuttosto… figurato, come lo era (e forse lo è), guardare in alto per trovare il "regno dei cieli" che… religiosamente parlando… somiglia nel senso contrario a quanto dichiarò Yuri Gagarin (primo astronauta russo) quando prosaicamente gli chiesero "hai visto Dio?" e lui rispose un secco "niet" (no) come ad avvalorare l'impostura dei credenti, di fronte alla sua realtà.

Nella società contadina di allora (non solo nostra) si magnificava lo Spirito con le immagini. Anche Gesù lo vediamo in molteplici modi: con la barba - senza barba - coi capelli fluenti - con capelli dal taglio moderno - sorridente - sofferente - con una tunica bianca - con un abito di allora elegante - con semplici stracci addosso - specie nella raffigurazione della Croce, dove Gesù è quasi nudo e uno "straccio" gli copre i genitali … per pudore, per non farlo sembrare miserrimo, agli occhi di chi guarda o si immagina una scena catastrofica .

Poi, ci sono le spine incastonate dentro una corona di arbusti, con tanto di ferite addosso, per le frustate subite e la violenza  … dei nostri peccati che LUI si era caricato addosso per volere del Padre. Ecco, siamo abituati a visualizzare un evento crudele con immagini descritte dai testimoni di un'epoca lontana, tralasciando -tuttavia- la realtà dei fatti.

Giusepèn annuisce e addirittura lo vedo …. perplesso. Lui stesso non sa se darmi contro o quantomeno di analizzare per bene le mie parole. Allora, ecco che mi riporta al "mèi sta chi malamenti, che 'ndò lò pulidu" per magnificare l'attaccamento alla Vita che va difesa contro ogni contrarietà. La "buona salute" ovviamente è l'ottimale. Ma per giungere a uno stato di equilibrio, è necessario sapere che c'è anche il tempo in cui la salute sembra abbandonarci e che occorre far di tutto per giungere al benessere. "s'à podi non stò sempar bèn" (non si può stare sempre bene), cioè godere di una forma gaudiosa o ottimale del vivere.

Anche il "regno dei cieli" lo si manifesta con Santi sulle nubi, aureole sulle teste degli eletti, cime innevate con il sole che brilla sopra di esse ….. l'elevazione dello Spirito, decanta il benessere e la veridicità delle parole. Quindi? Teologi e Psicologi mai sono andati d'accordo, ma i Realisti hanno il dovere di dire la propria e di manifestare i propri convincimenti.

Quèl "'ndò lò pulidu" scinde la materia corporale, con l'anima - i credenti sanno che "l'anima non muore", ma è solo il corpo che subisce il decadimento continuo e inesorabilmente è un lento morire. Leopardi lo dice: "già dalla nascita è un lento morire" e chi gli ha contestato la presa di posizione, non ha potuto dargli torto. Basta guardarsi allo specchio … si è giovani, si è maturi, si è antichi, ci si invecchia … è un processo naturale della vita. Tuttavia, la classificazione, non tiene conto dell'età dell'anima. Che può essere decisamente matura anche in giovane età e terribilmente ipocrita in età avanzata.

Per dirla prosaicamente: ci sono in giro vecchi a vent'anni e giovani oltre gli 80 anni. Ed è questione di anima; di quella parte incontrollabile del nostro "fanciullino" al prosieguo delle nostre azioni.

Giusepèn trae un bilancio: "chi s'à cumporta pulidu al vivi sempar…. chi al fo'l malamenti al moi tuci i dì chi passàn" (chi si comporta bene, vive semprechi si comporta male, muore ogni giorno che passa) … anche se respira … ed è una consolazione per chi si sforza di essere probo e retto, a discapito di chi non rispetta la vita  e si nutre unicamente di malvagità. Lo Spirito Santo continua a donarci ottimi consigli. Noi -però- siamo creati liberi e talvolta, dei buoni consigli ci facciamo spallucce! Meglio vivere, piuttosto di … farci vivere!

Gianluigi Marcora

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