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Busto Arsizio | 12 novembre 2024, 17:43

FOTO. Tre settimane di degrado in via Cellini: i rifiuti non vengono raccolti

Nonostante le segnalazioni da parte dei residenti, i sacchi di rifiuti non sono stati ritirati. Il caso solleva dubbi sul corretto smaltimento e sulla gestione del servizio di raccolta, con la possibilità di sanzioni in arrivo. «In caso di abbandono altrui va prima di tutto contattato l'ufficio ecologia del comune di Busto Arsizio» fanno sapere da Agesp

Un cumulo di rifiuti abbandonati giace da ormai più di tre settimane lungo via Benvenuto Cellini. All'altezza del civico 13 si sta creando una piccola discarica in una delle vie della zona Frati, tra palazzine e villette. Proprio davanti a una abitazione a due piani qualcuno ha lasciato qualche sacco giallo (in totale cinque), di quelli usati per la plastica. Al loro interno, però, c'è un po' di tutto, dal vetro alla carta, passando per rifiuti di vario genere, individuabili anche solo a un primo sguardo.

Il tempo passa, ma la situazione lentamente peggiora: c'è chi, nei pressi, ha buttato qualche mozzicone o qualche cartaccia e chi ci ha anche posizionato sacchi di altra natura, nella speranza però che siano conformi alle regole e quindi vengano ritirati dal personale addetto alla raccolta dei rifiuti.

«È da quasi un mese che quei rifiuti sostano lì – fa presente il cittadino che abita al civico 13 –, abbandonati da qualcuno. Ho già fatto presente la questione agli addetti dell'immondizia, che mi hanno risposto che la loro mansione, prima della raccolta, è quella di verificare la corrispondenza dei rifiuti inseriti nei sacchi e, in caso di mancata corrispondenza, di etichettarli segnalando l'errore con la dicitura “prodotti non conformi”.

Non ho un riscontro diretto rispetto a chi possa aver lasciato lì quei sacchetti, a maggior ragione perché la posizione spettante al mio domicilio è posta a destra e non a sinistra del cancello. Da quella parte, invece, vengono lasciati i sacchi dei condomini al civico 15, che, avendo tante unità abitative, hanno una cooperativa che gestisce il servizio di posizionamento dei rifiuti. La presenza di tanti sacchi potrebbe anche aver spinto cittadini non della via ad abbandonare qui i propri rifiuti: difficile capire di chi sia la responsabilità».

Sta di fatto, però, che quei sacchi sostano abbandonati sul marciapiede di via Cellini da oltre tre settimane, causando fastidio ed essendo uno scarsissimo esempio di decoro pubblico. Va poi segnalato che nei pressi sono stati abbandonate alcune cartacce e piccoli resti, come se quel luogo fosse diventato un cestino o una piccola discarica dove è lecito gettare rifiuti.

«In generale – fanno sapere dall'ufficio relazioni esterne di Agesp, azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Busto Arsizio - il regolamento prevede che l'operatore, quando rileva l'irregolarità, appone al sacco un adesivo rosso che indica la non conformità e le norme da seguire. Il cittadino, quindi, dovrebbe ritirare il sacco e riconfezionarlo in maniera corretta. In caso di abbandono altrui, invece, va prima di tutto contattato l'ufficio ecologia del comune di Busto Arsizio, che deciderà poi il da farsi per risolvere il problema nell'immediato». Sarà invece la Polizia locale a decidere se esistono i termini per una sanzione.

Va poi segnalato che, anche passando nel corso di un mercoledì “qualunque” su via Cellini, uno svariato numero di sacchi sia posizionato su un marciapiede cittadino in orario non consono, quindi passibile di multa, visto anche il recente giro di vite sul tema e le diverse sanzione spiccate dal comando di Polizia locale. Evidentemente va ricordato ai cittadini che il regolamento è chiaro e, rimanendo nella zona assegnata da Agesp a via Cellini (ovvero la 2), si precisa che, per la raccolta diurna, «l’esposizione dei rifiuti deve avvenire dalle ore 21.00 (ore 22.00 quando è in vigore l’ora legale) della sera precedente il giorno di raccolta e, comunque, entro le ore 6.00 del giorno di raccolta».

Nomen omen: nel Cinquecento, Benvenuto Cellini diventò famoso per essersi schierato dalla parte del Papa in difesa di Roma in quello che poi fu chiamato il “Sacco di Roma». Lo scultore e scrittore, nel 1527, si batté affinché una coalizione guidata dai lanzichenecchi tedeschi del primo reich non depredasse la nostra attuale capitale, partecipando alla difesa della città affinché, per l'appunto, il sacco non venisse portato via...

Giovanni Ferrario

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