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Busto Arsizio | 01 giugno 2024, 15:40

Addio allo scultore Muzio Merelli: nel cuore l'arte e il territorio

Olgiatese, aveva 87 anni. Suo il monumento alla Resistenza a Busto, ma tante altre opere possiamo trovare nel territorio e nelle amate montagne. Senza dimenticare il muretto di Alassio, con un auspicio. Martedì i funerali

Addio allo scultore Muzio Merelli: nel cuore l'arte e il territorio

Siamo circondati dalla bellezza e dal significato profondo delle opere dello sculture Muzio Merelli. Ecco perché in queste ore questo scultore che ha amato tanto il nostro territorio e la montagna se ne va, ma non ci lascia davvero. Come ogni artista, resta accanto a coloro ai quali ha offerto il suo talento e la sua dedizione.

È Monica con Valter e Francesco ad annunciare la scomparsa dell'amato papà e nonno. Muzio aveva 87 anni: era nato a Olgiate Olona, i funerali verranno celebrati a Busto Arsizio nella basilica di San Giovanni martedì alle ore 10.45. Il rosario in Santa Maria, lunedì 3 alle 18. Intanto si potrà rendergli omaggio nella Casa Funeraria "Le Origini-Mismirigo" in viale Sicilia (lunedì - sabato 8.30/12.00 - 14.00/18.00; domenica e festivi 9.00/12.00 - 15.00/17.00).  

Ragazzino, iniziò a lavorare a Milano da garzone crescendo nella fabbrica di ceramica e porcellana milanese, nella tradizione del maestro Cacciapuoti. Con tanto impegno e sacrificio, si era dunque potuto iscrivere all'Accademia delle Arti di Brera e realizzare il proprio sogno, ovvero il proprio talento, diventando artista.

A Busto parla di lui il Monumento alla Resistenza, in particolare «da lui vissuto come una vittoria perché arrivò primo al concorso» spiega la figlia Monica, con l'urna contenente la terra dei campi di sterminio. Ma anche altri, tra cui quello dedicato ai donatori di sangue. O ancora, il Cristo Risorto nella cappella dei Caduti al cimitero e il portichetto delle memorie di Santa Croce. Si occupò del restauro della Madonna in Veroncora - portando alla luce le preziose tracce della storia - e il Comune gli affidò un lavoro per la colonia all'Aprica, con un medaglione che dà il benvenuto all'ingresso.

Anche la sua Olgiate gli è grata: si prodigò per i restauri degli affreschi della cappella di San Genesio e suo è il crocifisso al Gerbone. Da Cassano Magnago (come le formelle della via Crucis nella chiesa di San Bernardo) a Verghera di Samarate (il portone principale della navata centrale in bronzo della chiesa) e Legnano (Mater Orphanorum), viaggiando fino a Sondrio e all'Alta Val Malenco. Sempre nel cuore la montagna, l'ha nominata - ricorda ancora Monica - anche nelle ultime sue ore. Non poteva essere altrimenti per un uomo come lui, che era un alpino aggregato e cantava nel coro delle penne nere.   

Molto altro potrebbe essere raccontato di questo scultore, che ha voluto offrire la sua opera anche pochi mesi fa, alla Provvidenza, con un intenso presepe di cartapesta (LEGGI QUI).

Così, se tanto Muzio Merelli ci ha lasciato, potremmo ringraziarlo concretamente prendendoci sempre cura delle sue opere. E in particolare, è l'auspicio che affiora, dell'altorilievo (commissionato dal Comune di Busto, che ora necessiterebbe di un adeguato restauro) nel muretto d'Alassio o di tutti i modelli negli scantinati della scuola Parini di Borsano (oltre a quelli già esposti e valorizzati nei corridoi), che potrebbero essere ricollocati e raccontare ulteriormente la storia di questo scultore che è sempre stato generoso e attento alla sua terra.

 

Ma. Lu.

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