Gli aumenti della Tari? Pesano i rincari del 2022 e, in ogni caso, non vanno imputati all’amministrazione di Busto, che ha lavorato per contrarli, ma sono legati alle indicazioni di Arera. Ossia l’ente che svolge attività di regolazione e controlli in alcuni settori, tra i quali il ciclo dei rifiuti.
Queste precisazioni dell’assessore al Bilancio Maurizio Artusa arrivano dopo l’incontro di maggioranza della scorsa settimana, durante il quale l’annuncio di un possibile aumento del 9,6 per cento della tariffa rifiuti a carico di famiglie e imprese – poi portato circa all'1 per cento per le utenze domestiche e al 5 per quelle non domestiche – aveva suscitato il malcontento di alcuni consiglieri comunali (leggi qui). Rivolto ad Agesp prima ancora che all’assessorato, per via di una comunicazione arrivata a ridosso della prossima assise civica, nella quale dovrebbe essere votato il piano finanziario della Tari.
«Arera ha emanato una circolare il 4 aprile – dice Artusa –. Fino a quella data, Agesp non poteva chiudere i conti per darli a noi in maniera definitiva. Il piano riguarda conti “consuntivati” del 2022, funziona così in tutti i Comuni d’Italia».
Conti che «sono arrivati il 5 aprile. E che vanno lavorati con un modello economico che fornisce Arera. Si intendono i costi del gestore, dello spazzamento, assicurazioni, costi fissi e variabili. Arera dice appunto come inserire questi conti in un modello economico».
E Agesp, spiega l’assessore, ha dovuto attendere questo ente prima di fornire i dati al Comune.
A quel punto, «avendo contezza dei numeri, bisognava trovare soluzioni ai problemi, è questa la politica».
Questa mattina la giunta ha approvato la delibera che “contrae” all'1 e al 5 per cento gli aumenti. L’intento per i prossimi anni è quello di «dilazionare gli aumenti nei nuovi piani economici-finanziari che farà il gestore. Ma siamo sempre nelle mani del governo – aggiunge Artusa –. Negli aiuti ai Comuni per dilazionare i costi della vita, rientra anche questa faccenda».
I margini di azione degli enti locali sono quindi limitati: «In questo caso – ribadisce l’esponente di giunta – i costi del 2024 vengono originati dai rincari del 2022, quando è aumentato tutto. Rincari che non dipendono dal Comune. E visto che siamo in tema di discussione del bilancio, io ci tengo molto a spendere bene i soldi e infatti abbiamo un avanzo di amministrazione di 8.600.000 euro. Spero che anche questo non crei dei malumori, io sono contento».
Bypassando le polemiche, Artusa conclude: «Abbiamo lavorato con i consiglieri per trovare una soluzione. Per arrivare a un obiettivo comune si lavora sempre di squadra, non da soli. In tutti gli ambiti dell’amministrazione comunale. Non ci sono professori o uomini soli al comando».