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Valle Olona | 20 gennaio 2024, 08:00

A Marnate la Giöbia non brucia: «Questione di sicurezza da qualche anno ormai»

L’impossibilità di garantire le distanze in piazza Sant’Ilario, la mancanza di un luogo alternativo e i costi legati allo smaltimento hanno portato la Pro Loco a decidere di interrompere la tradizione

A Marnate la Giöbia non brucia: «Questione di sicurezza da qualche anno ormai»

Quest’anno il 25 gennaio a Marnate non ci sarà, come avviene ormai da qualche anno, il tradizionale falò della Giöbia, che illuminerà la serata in moltissimi altri comuni del Bustese.

Fino a qualche anno fa il falò veniva acceso in piazza Sant’Ilario, dove la Pro Loco realizzava una grandissima catastata in cima alla quale veniva posizionato il fantoccio della “Vecchia” e in cui spesso i piccoli marnatesi gettavano un legnetto con scritti i desideri per l’anno a venire.

Una volta acceso il fuoco lo spettacolo era veramente impressionante, e attirava moltissime persone, che si ritrovavano nello spazio di fronte al comune per ammirare lo spettacolo, a volte anche dall’altra parte della strada per sfuggire al notevole calore prodotto dalle fiamme.

Ed è proprio il tradizionale luogo in cui si allestiva la Giöbia la causa della sua assenza negli ultimi anni; a spiegarne le ragioni è il presidente della Pro Loco Davide Pedrotti: «Da qualche anno a questa parte non abbiamo più ricevuto il permesso di organizzare la manifestazione in piazza per motivi di sicurezza – sottolinea Pedrotti – e non vi sono luoghi alternativi che rispondano a requisiti necessari per poter accendere la Giöbia».

Le dimensioni di piazza Sant’Ilario, infatti, non permettono di garantire la necessaria distanza tra il pubblico presente e il falò della Giöbia, rappresentando un rischio per le tante persone che assistono alla manifestazione; lo stesso si può dire per la messa in sicurezza degli edifici che la circondano.

«Con il passare degli anni anche i costi di smaltimento legati alla tradizione sono aumentati notevolmente – conclude il presidente Pedrotti – e questo ci ha portato, a malincuore, a dover prendere la decisione di non bruciare la Giöbia anche quest’anno».

Loretta Girola

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