Di sogni e di luci: settembre dentro la speranza. L'estate se ne va, ma ... non se n'è andata. Lo strascico del calore dei tramonti, offre nell'infinito uno spettacolo di luci che somiglia tanto alla passione. I sospiri sono gradevoli e la mente rincorre le giornate libere da ogni ripensamento. Settembre ha luce propria, senza sobbalzi. Non possiede le aspettative del caldo afoso. E nemmeno pensa a ciò che illumina il domani. Settembre somiglia a un giardino, ricco di foglie e di colori; di frutti e di splendore di foglie che passano dal colore tenue, a quello variegato di tinte focose.
Mi fermo ad avvertire i fremiti dell'estate e i momenti fuggenti che colorano l'autunno. Misto di sospetti verso l'infinito e certezze da vivere in giardino, magari sotto un pergolato che ripara da raggi impropri. C'è un velo di melanconia in quel "september moon" col suo "remembar", quei ricordi fuggiti e propinati alla vita per conoscere i dispiaceri da sostituire con le felicità: non una soltanto, ma felicità dentro attimi gioiosi di incontri e di passioni, all'ombra di una luce fioca promessa e mantenuta da una abat-your per nulla invadente.
C'è il TU gioioso e grandioso …. un premio di vita, catechizzato da suoni d'arpa che si mescolano con lo "stridio" d'un violino passionale. Senti la vita, fremere. Il tocco di cielo che esalta le emozioni, gli sguardi che si attorcigliano che regalano visioni delicate che estendono al cielo, il panorama della semplicità.
C'è un trillo d'un passerotto e un "piccola mia" soffuso e delicato, come la carezza d'un bimbo. La pelle ruvida diventa liscia e fremente. La dolcezza distrugge ogni tentazione che nutre i sorrisi e li colora di aspettative e di gioia.
Vince la Poesia …. non quella dolciastra che prevarica il sentimento, ma la Poesia innocente che mette a posto (a loro agio) cervello e cuore. Settembre che irrora la vita con … la vita che offre la solidarietà e la solidità di chi si vuol bene. Vita da vivere, cassando talune brutture che per molto tempo hanno imperato dentro elucubrazioni mentali che hanno terminato il loro decorso.
Eccolo che arriva …. è Giusepèn che quasi implora "t'e scritu cusè" (cos'hai scritto) e vuole che gli legga quanto sopra. Lo faccio con un pizzico di riluttanza. Lui insiste. E un romanticone come lui non osa discutere. Gli vedo l'emozione. Gli leggo i ricordi. So a chi sta pensando. Ci pensa Maria a chiudere la questione: "mamma gli è sempre nel cuore". E lui non perde occasione per mandarle un pensiero con scritto a tutta anima "t'à ou bèn" che vale un moderno "ti amo" scritto col cuore.
"Dami trò, Giusepèn …. dem a bei ul Nocino che 'na santa dona, l'à ma dei par nogn" (Dammi retta, Giusepèn …. andiamo a bere il Nocino che una brava donna (santa mi sembra un'esagerazione), mi ha consegnato per noi … .per te e per me). "Bon setembar par tuci" (buon settembre per tutti), Lettori e Simpatizzanti!