L'argomento non è "drammatico", ma poco di manca. L'indignazione di Giusepèn arriva a un livello elevatissimo (almeno da come conosco Giusepèn). Non è che l'uomo sprizza odio, ma manifesta profonda, indignazione. Racconta, Giusepèn: "sunt'andèi cunt'a Maria al Cimitèi e u ustu 'na dona parlà da par le" (mi sono recato al Cimitero con Maria e ho ascoltato una signora parlare da sola) - "vardè s'a ga sucedi" (guarda cosa succede) ed è la signora a parlare ad alta voce.
Si riferisce (subentra Maria) a ciò che la signora ha riscontrato: dalla tomba di Famiglia "hanno asportato, non solo i fiori, ma pure le suppellettili che mia nipote aveva collocato intorno alla foto di mio marito". La costernazione della signora ha raggiunto l'apice quando ha detto "ho provveduto a ripristinare sia la foto di mio marito dentro la cornice che hanno tentato di manomettere sia il supporto dove vengono collocati i lumini, per non sporcare la tomba".
Maria stigmatizza pure la stizza della signora, oserei dire la "rabbia" nel constatare l'inciviltà di talune persone; "il non rispetto dei sentimenti degli altri, lo scherno che si compie verso persone sconosciute, pur di arraffare (usa proprio questo termine la signora: arraffare) beni che hanno si, un certo valore economico, ma questo valore non è commisurato al rischio che corre colei o colui che vuole semplicemente rubare".
Il discorso non è finito qui. Ed è Giusepèn che commenta... il commento della malcapitata signora. "Qui si tratta di furto e siamo tutti d'accordo, ma possibile che nessuno abbia assistito al misfatto? E ancora: possibile che il Comune o chi di competenza, non adotti iniziative a contrastare questo enorme malcostume? Eppure, non si può rimanere esterrefatti e non agire, di fronte a questa arroganza tacita e a questo scherno perpetrato nei confronti dei morti?"
Non è certo finita qui, aggiunge Maria. La signora ha già presentato vibrate proteste in Comune. Anche perché (a detta della signora stessa, testimonia Maria) "dapprima mi avevano rubato i fiori posti sulla tomba, poi, oltre al reiterato furto, la ladra o il ladro, ha rubato il supporto per il vaso e quello che sostiene la cassetta dove si depongono i lumini".
Già che ci siamo, il "servizio Cimiteri" deve essere svolto (o può essere svolto) sia in forma palese, sia attraverso "agenti autorizzati" a perlustrare i vari "campi" e provvedere, in caso di prova a denunciare il "personaggi" che senza scrupoli compie un "criminale" gesto morale e materiale. Non solo si usa disprezzo per i cari estinti che nemmeno conosce, ma il "torto" lo compie nei confronti dei vivi che fanno sacrifici ad alimentare la memoria".
"Sta dona" dice Giusepèn "l'ea foa di strasci … e, sa te le spungei, ga gnea foza nanca na gucia da lacrimi" (la signora era arrabbiatissima e, se la si pungeva, non usciva (dagli occhi) nemmeno una goccia di lacrime)
Si parla (ogni tanto) del problema-Cimiteri, ma di provvedimenti efficaci, non se ne adottano, visto che nei TRE Cimiteri di Busto Arsizio (quindi non solo il Cimitero principale, ma pure quelli in località rione-Borsano e rione-Sacconago), la "solfa" è sempre quella: "scempio, furto, sporcizia" che dura da troppo tempo. Un giorno o l'altro, senza un provvedimento serio delle Autorità, la meschina o il meschino che ruba ai morti, verrà scoperto e sicuramente ci sarà … giustizia sommaria. Chi non ha rispetto per i morti, non ce l'ha nemmeno per i vivi …. ed è ciò che deve fare riflettere.
Per deontologia ho tralasciato gli improperi e le maledizioni che la signora ha lanciato contro questi malvagi; anche le parolacce che Maria, Giusepèn e ci aggiungo anche le mie, a coronamento di questo schifo di malcostume che in questi tempi si è acuito a dismisura e che fa rabbia perfino a parlarne. Di "cari estinti" ce n'è per tutti e TUTTI devono essere tutelati.