C'è una frase che capita per caso e che Giusepèn dice a Maria: "suguta non a cinquantagala su" e mi viene proprio d'acchito, dirgli "bella, Giusepèn, ma la ragurdeu pu" - cominciamo col tradurre il tutto: "non continuare a tergiversare (o a temporeggiare)", rivolto a Maria e "bella frase; non me la ricordavo". Giusepèn, anche qui, mi viene in aiuto!
Nel "cinquantagala su" ci sono dentro varie spiegazioni che vanno dal "giraghi in giru" (girare in giro al problema, senza affrontare il problema), al tergiversare (con parole vacue per non affrontare il discorso), al "ciapà tempu" (prendere tempo, prima di esprimere finalmente la propria opinione), al "fare melina" come si usa dire nel gergo delle partite di calcio. La "melina" la fa una squadra nei confronti dell'altra , passando la palla da un giocatore all'altro, senza affrontare gli avversari è quando non si vuole attaccare, ma si vuole salvaguardare "quello che c'è" vale a dire, un risultato favorevole, ma pure per evitare un'impennata degli avversari.
Quindi, nel Dialetto Bustocco da strada, basta un "suguta non a cinquantagala su" per dire quel che si deve dire, senza ammettere replica e senza ulteriori considerazioni.
Chiaro che la frase assume maggiore importanza quando l'azione è reiterata: bimbi che bisticciano, discussione tra convenuti, esposizioni verbali che si tollerano appena, ma pure mancanza di coraggio nel prendere una posizione. Il "cinquantagala su" non so da dove proviene. So, tuttavia che è un avvertimento bello e buono per chi "ha voglia" di perdere tempo o (peggio) voglia di "dire e non dire", salvo poi giustificarsi in un "io, non ho detto così". L'esempio calzante è … Politico e lo metto in evidenza. Due persone dialogano; una fa la domanda al Politico. Lui risponde infiorando la sua prolusione e chi ha posto la domanda deduce fra le tante parole, la giusta risposta al suo quesito. E' qui che scatta la precisazione (quando non è conveniente al Politico). E la replica, qual è? "non ho detto questo" e ne segue un'ulteriore precisazione che … precisa nulla, ma fa dire a chi vuol sapere "suguta non a cinquantagala su" e, al termine del "dialogo" si va al compromesso; cioè "il compromesso è un dialogo finto dove nessuno ha tutte le ragioni e nessuno, tutte le colpe"
Gli esempi sono sottomano quotidianamente. La PROVA di ciò è sentire chi è al Governo dire "ma prima c'eravate voi" rivolto all'Opposizione, per quale motivo non avete attuato quanto chiedete a noi di attuare?" Giusepèn è laconico, ma "spara grosso" e lo dice con la sua saggezza: "in dua l'è ul giustu?" (dov'è la verità? - il giusto?) e ne segue un "i sugutàa a cinquantagala su, ma i iegenti i capissan non" (continuano a chiacchierare, ma la gente non arriva a capire) o meglio: nella Politica si fa come col Calcio: si è TIFOSI e ciò che catechizza un Partito è da difende a oltranza, lasciando sempre alla parte avversaria la titubanza per la sconfitta. Nella Politica vige un detto che a Busto Arsizio è riservato agli "imprenditori" - si preferisce perdere da soli, piuttosto di vincere in compagnia. Ecco il motivo della mancanza in Italia di grosse industrie e la proliferazione di piccole entità economiche che si contendono le "postazioni" del mercato. Non bisognerebbe "cinquantala su", ma è necessario unire gli sforzi e trovare il Benessere Sociale.