Agostino, la sua passione educativa, quella civica, l’amore per il suo lavoro, per le piante che stava curando proprio mentre è stato chiamato «con il suo zaino» verso un’altra strada. «Quella della vita eterna», come hanno ricordato i suoi scout durante la preghiera al funerale. Un funerale che è stato sì carico di commozione, ma a modo suo una festa, perché Agostino Valentini andava salutato così. Con i canti dei suoi ragazzi, con i ricordi intensi, capaci anche di suscitare un sorriso.
Sì, ci sono tante immagini che si portano con sé dello storico edicolante e colonna degli scout a Busto Arsizio. Ciascuno tra i numerosissimi amici che hanno affollato la basilica di San Giovanni, ne custodisce una particolarmente vibrante. L’importante - è stato rammentato - è non riporla, ma prenderla e coglierne il frutto, condividerla.
Agostino incita ciascuno a scendere in strada, ascoltare, prendersi carico dei bisogni - ha detto don Stefano, assistente regionale di Agesci. A non fermarsi mai, come faceva lui, senza paura di sporcarsi, senza perdersi nelle procedure.
Il fratello Carlo, profondamente commosso, l’ha ricordato poche ore prima quando festeggiava insieme alla famiglia riunita il suo ottantesimo compleanno. Autentico, schietto, pronto al confronto, non timoroso dello scontro se costruttivo.
«Di te abbiamo sempre constatato la generosità e la capacità di trasmettere entusiasmo, di coinvolgere le persone - ha detto - Diversi mi hanno confidato di essere entrato negli scout grazie a te».
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Lacrime, ma anche applausi, tristezza che lasciava il posto alla serenità dei canti.
«Brutto scherzo ci hai fatto caro Ago - il messaggio dei suoi scout - pochi giorni fa scherzavi sui tuoi ottant’anni, il tuo essere giovane è tangibile».
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Ma Agostino sarà sempre al fianco della sua famiglia, degli amici, dei giovani: lui, armato di scopa e paletta, di pedalate e nuove idee, non lascerà soli nel viaggio.
Anche di fronte alla sua sedia vuota in basilica - come ha ricordato monsignor Severino Pagani, rimarcando la sua «fede profonda, la sua tenacia, la sua passione educativa» - c’è la consapevolezza che «ci seguirà con ancora più intensità».
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