«Putin teme che la democrazia avanzi. Ha stravolto tutte le regole alla base della comunità internazionale: l'inviolabilità dei confini, il rispetto dell'integrità territoriale, il rifiuto dell'aggressione armata ai fini della soluzione delle controversie». Sono le parole del senatore varesino del Partito Democratico, Alessandro Alfieri, pronunciate a nome del Pd oggi dopo il discorso del premier Mario Draghi alle Camere.
«È un turning point - continua Alfieri - è un momento di frattura all'interno della comunità internazionale come non si vedeva da tempo: una potenza mondiale nucleare che attacca uno Stato sovrano. Ha dunque varcato la linea rossa. Non c'è più spazio per distinguo, ambiguità o equidistanze: noi dobbiamo dire da che parte stiamo con grande chiarezza: noi stiamo dalla parte dei Paesi europei e dell'Alleanza atlantica».
«La cessione di strumenti militari è una scelta sofferta e complicata, che tocca la nostra identità più profonda - le considerazioni del senatore varesino - Siamo consapevoli che la pace non sia una conquista per sempre, ma vada preservata giorno per giorno con tenacia. Noi ci approcciamo con grande cautela a questa decisione e ci muoviamo in queste ore drammatiche nel solco dell'art. 11 della Costituzione che ripudia la guerra come offesa e dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite: al popolo ucraino, aggredito militarmente da una potenza nucleare, dobbiamo permettere di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere se stessi e i propri familiari. Lo faremo limitatamente ad una fase straordinaria e non a cuor leggero».
«Di fronte a questa nuova fase della storia, al presidente Draghi diciamo che non è più rinviabile un’iniziativa per una politica estera e di difesa comune europea, valorizzando la compattezza costruita in queste settimane a partire da Germania , Francia e Italia. C'è in gioco la sopravvivenza delle democrazie liberali e dei nostri valori» conclude Alfieri.