Fino alla fine (e oltre) forza Javorcic. Il popolo tigrotto saluta il suo condottiero, quello che ha saputo essere speciale anche nel congedarsi. (LEGGI QUI).
Si è definito così, Javorcic: figlio della Pro Patria, per sempre. Un'espressione che ha graffiato anche i cuori d'acciaio.
Figlio della Pro Patria
L'aveva usata anche in una delle ultime puntate di Stadio Aperto rispondendo alla domanda di un tifoso doc proprio sul suo futuro. Gli chiedeva delle sue intenzioni, Gianni Rigon, e confermava già la grandezza del cuore tigrotto, perché tifava per il meglio nel futuro del mister.
Javorcic rispondeva con molta serietà, soppesando le parole non per prudenza ma per attribuire loro il giusto valore. È un uomo dei fatti, sì, e per questo ogni termine, dosato e meditato, è un tesoro. È un uomo che ha conosciuto le difficoltà, anche quelle che non si possono veramente spiegare fino in fondo, che non si è mai arreso, è un uomo che ama crescere sempre. Un uomo devoto al valore della famiglia. Tutti elementi che sono entrati senz'altro in questa decisione.
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Non ha scelto la B, il mister: ha scelto il sogno per la B, come è stato detto a più riprese negli ambienti altoatesini ancora in queste ore. Una decisione che era nell'aria, che la stessa società ha accolto con quella correttezza e quel rispetto, capaci di unire la Pro e Javorcic in questi quattro anni (LEGGI QUI).
Adesso a Busto Arsizio si apre, anzi si è già aperta da un po', un'altra partita. Perché il direttore sportivo Sandro Turotti è un perenne costruttore e le fondamenta biancoblù sono tali da far sperare in una scelta in grado di edificare altri piani solidi della storia tigrotta.
Incredibile nel calcio
Ma queste ultime ore prima di avere il nuovo nome, il nuovo condottiero, è giusto dedicarle a Javorcic. Ciascuno l'ha salutato a modo suo, direttamente o affidandosi ai social. Con un messaggio o con un gesto, magari con un libro.
Peccato - hanno sospirato in molti - non poterlo fare con un abbraccio, la maledizione di quest'anno e mezzo di pandemia che perdura. Quanti ricordi vibrano in questo caso. Ecco che le foto del passato riscattano questa carenza.
Ne pubblica una Lorenzo Pisani, tra i fondatori di "100 anni di Pro", che settimana scorsa ha chiuso il suo percorso associativo. «Questo abbraccio per me rimarrà sempre nel cuore… felice perché sarà per sempre con noi - esclama - Nell’Olimpo dei grandi sia come professionista ma soprattutto come uomo! Mister si merita solo gioie perché per tutte quelle che ci ha fatto provare a noi non ci sarà mai un grazie adeguato! Tigrotto per sempre! Ad maiora Ivan magari un giorno le nostre strade si ricongiungeranno».
È questo l'incredibile, in un calcio che quest'anno ha visto i tifosi fuori dagli stadi e sull'altro fronte è stato spinto ancora più lontano dalla gente da venti come quello della Superlega.
L'incredibile, cioè, è prendere ancora a cuore storie e persone, come osserva Lele Magni: «In un calcio dove sembra impossibile affezionarsi, Javorcic qui ha lasciato il segno e non solo per i risultati ma soprattutto per l'inconsueta attitudine alla reciproca umanità. È tempo dei saluti. In bocca al lupo Ivan». E poi bisogna stemperare un po' l'emozione: «Non sognarti di portarci via Lombardoni... e manco Boffelli».
Javorcic ama appunto anche i libri, come la storia. Ha saputo emozionarsi all'Antro della tigre, il museo della Pro: «Posso solo ringraziare Ivan non solo per i successi sul campo ma per il suo modo di porsi e di rapportarsi alle persone e al mondo biancoblù - osserva Andrea Fazzari - È entrato in punta di piedi e ha sempre rispettato e tenuto in grande considerazione la storia della Pro Patria. Ricordo con gioia le volte che ha visitato il Pro Patria Museum, si notava che per lui contava tantissimo il percorso storico dei tigrotti. Umanamente una figura eccezionale che sicuramente farà bene in qualsiasi sua futura esperienza».
Sì, i messaggi sono tanti, tantissimi, tutti importanti. Poi arriva lui, il nostro Daniele De Grandis, consulente dichiarato della Pro Patria, oltre che di Stadio Aperto con gli amici delle Cuffie colorate. Ringrazia di tutto Javorcic, a partire dall'aver portato i suoi calciatori preferiti.
Poi chiude con questa frase: «Quando vuoi conta su di me».
Ha saputo dire in modo speciale ancora una volta quello che la burbera Busto gli sussurra anche oggi: «Buona fortuna, figlio della Pro, conta su di noi».