Il 3 giugno è la giornata mondiale della bicicletta, per decisione presa nel 2018 dalle Nazioni Unite e motivata dalla consapevolezza dei benefici sociali derivanti dall'uso della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero. I ciclisti, siano essi di vecchia data oppure neofiti, ma in ambo i casi protagonisti negli ultimi tempi dello “svaligiamento” dei negozi di bici, hanno buoni motivi per festeggiare questo 3 giugno 2021: ciclismo e corsa sono stati gli unici sport praticabili durante il confinamento per Covid.
È ora ancora più chiaro quali sono i benefici che le due ruote senza motore (al massimo con pedalata assistita) portano al benessere individuale e sociale. O se preferite: porterebbero, se diventassero il mezzo di trasporto abituale per i tanti che se lo possono permettere. Evviva quindi, abbiamo la festa! Quello che ancora ci manca è la rivoluzione copernicana che metta al centro delle politiche per la mobilità la persona, non l'automobile. Non possiamo negarlo: in città, nelle vie, nelle piazze e nelle strade, dove lo spazio è limitato, c'è competizione e conflittualità. Ma il ruolo dei mezzi a motore, favorito da abitudini, pubblicità e dall’idea di una certa comodità, è grandemente sopravvalutato, con conseguenze nocive per la salute.
Basta vedere le statistiche (numero di auto in circolazione, peso e dimensioni delle stesse, incidenti, costi sociali, costo per il bilancio familiare, etc.) per convincersi di ciò. E certamente non saranno le auto elettriche a portarci la mobilità sostenibile, perché i centri urbani italiani ed europei - ammirati in tutto il mondo - furono costruiti per le persone a piedi o a cavallo, non per essere riempiti di automobili e parcheggi ad esse dedicati, divenuti da alcuni decenni il primo pensiero delle amministrazioni. Sintomi di come la costruzione e l’organizzazione delle città influiscano sulla scelta dei mezzi di trasporto, trasformando quella che dovrebbe essere in teoria una scelta libera in una (quasi) obbligata verso un mezzo, l’automobile, a discapito degli altri.
Anche il piccolo commercio, quindi parte del mondo economico, sta realizzando che solo accogliendo le persone, non le auto, in strade e piazze dove è piacevole stare si può contrastare la potenza dell'e-commerce. La bici, tra le tante virtù, ha pure quella di essere il mezzo di trasporto che accompagna più a lungo nell'arco della vita: dalla tenera età a quella avanzata. A tal proposito ci sembra molto grave che i più piccoli abbiano meno possibilità rispetto ad un recente passato di spostarsi liberamente in bici. In questo caso è ancor più negativo che si sia affermato il principio secondo il quale accompagnare i figli in auto a scuola sia normale, demonizzando invece la possibilità di lasciarli andare da soli in bicicletta. Ma così facendo, quante libertà personale abbiamo tolto ai piccoli? E con quali conseguenze psicofisiche?
Dalla Scuola Primaria si dovrebbe invece uscire avendo obbligatoriamente appreso la capacità di guidare bene una bici, magari anche con un piccolo patentino, perché la sicurezza nelle strade e la cultura della pacifica condivisione va costruita per tempo. F.I.A.B. (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) si impegna da trent'anni a questa parte nella missione specifica di promuovere le ragioni di chi usa la bici nell'ambito del vasto mondo ambientalista. Con l'iniziativa Comuni-Ciclabili sta divulgando cultura e tecnica per la mobilità sostenibile presso i Comuni aderenti, che possono accedere a strumenti di valutazione del livello di ciclabilità e di formazione per i propri funzionari.
Come Fiab Varese siamo lieti che Saronno sia tra queste Amministrazioni Comunali e stiamo invitando altri comuni, Varese in primis, affinché entrino nel novero. Transizione ecologica e transizione digitale, bisogni antichi e nuove tecnologie, muoversi per necessità o per piacere, costi economici personali e costi sociali: la bicicletta è al crocevia di tanti ragionamenti ed è quindi giusto che abbia il suo giorno di festa. Però noi pensiamo sia anche il momento della rivoluzione.