Le difficoltà delle imprese sono indubbie, ma La Sinistra Chiara per Busto chiede più attenzione sui tavolini nei luoghi pubblici.
Tanto che parla di «Busto città del tavolo», titolo di cui ora ci si potrebbe fregiare.
«È stato un anno e più difficilissimo per tutte le categorie di lavoratori e le varie forme di impresa - si sottolinea -Ci si è chiesti spesso dove fosse lo Stato, la Regione, il Comune rispetto a problemi, spesso divenuti drammi, che la pandemia ha sollevato. È stata messa a dura prova la pazienza di tutti e oggi si apre all'orizzonte lo spiraglio del "ritorno alla normalità", dopo che troppo è stato caricato sulle spalle di cittadine e cittadini che hanno fatto fronte a questa lunga emergenza».
Affermando: «Alla giusta intuizione dell'amministrazione di liberare gli spazi per gli addetti alla ristorazione e similari, non ha fatto seguito quello che un Ente pubblico dovrebbe fare: dare regole concrete ed esercitare controlli. Il tavolinaggio selvaggio pare non avere un orizzonte cronologico (sperando che una soluzione emergenziale non diventi abitudine), ha lasciato l'onere della organizzazione degli spazi ai soli gestori di cui riconosciamo il diffuso buon senso, e con organismi di rappresentanza locale coscienti e responsabili, ma non basta».
Strali contro il sindaco Antonelli e i suoi richiami ai giovani in passato, per evidenziare poi diverse zone in centro dove i tavolini sono numerosi. Si contesta soprattutto la vicinanza alle chiese.
Non solo: «Un altro pensiero va anche a quelle imprese di commercio che non possono contare, ad esempio per tipologia, su questo tipo di fruibilità di spazi e all'aperto: che si fa per loro?». Preoccupazione viene espressa sulle iniziative estive per attrarre infine la gente: «La Sinistra Chiara chiede rispetto per tutti i cittadini e le cittadine, per i luoghi pubblici, per i luoghi della memoria, per i luoghi di culto. Da questo anno o se ne esce tutti assieme migliori, o non ne uscirà nessuno».