Sociale | 03 novembre 2025, 14:37

VIDEO. «Mi fido di te»: così i cani aiuteranno i detenuti di Busto a ritrovare speranza e lavoro

Il progetto di formazione sostenuto dal mondo Rotary del territorio è stato presentato oggi con entusiasmo nella casa circondariale: «Chi uscirà da qui potrà lavorare come dog sitter o anche come educatore cinofilo. Ma soprattutto grazie agli animali si imposteranno relazioni più sane, anche con gli umani»

VIDEO. «Mi fido di te»: così i cani aiuteranno i detenuti di Busto a ritrovare speranza e lavoro

Gli occhi di un cane si posano su una persona senza pregiudizi: una base potente per consentire di far rinascere fiducia e speranza. E anche per trovare più facilmente domani un lavoro. Quest'immagine accompagna il progetto "Mi fido di te", che grazie all'impegno del mondo Rotary del territorio approda alla casa circondariale di Busto Arsizio. Una decina di persone detenute frequenteranno un corso - 180 ore tra teoria e pratica - che consentirà loro di diventare educatori cinofili o comunque poter acquisire una formazione in questo campo, da dog sitter ad altri mestieri, oggi tutti in crescendo. Già sperimentato in altri penitenziari, ha visto carcerati uscire e ad esempio lavorare nei canili o fare volontariato.

Si respira emozione in via Cassano, nel presentare il progetto con tante voci, alla presenza dei detenuti interessati. La prima è quella della direttrice Maria Pitaniello, che ha recentemente assunto la guida di San Vittore e quindi lascia Busto. Si chiude la sua direzione con l'avvio di un progetto - oggi è stato firmato il protocollo - che apprezza molto: «Noi operatori - sottolinea - abbiamo bisogno di voi esterni per far conoscere il carcere, un pianeta di cui si parla tanto in termini poco edificanti, perché manca l'approccio giusto. Ci tenevo a essere presente oggi, questo apre la strada a tante altre offerte e iniziative».

Accanto a lei il presidente del Rotary club Varese Ceresio Carlo Giani e quello del Rotary Club Busto Gallarate Legnano Ticino di Busto Arsizio Carlo Casavecchia, ma anche il past governor del distretto 2042 Giuseppe Del Bene.

«L'unione fa la forza - sottolinea Giani - Noi siamo capofila ma abbiamo ricevuto totale supporto dal mondo Rotary del territorio. Lucia Zilio ha curato questo progetto, in cui crediamo molto, perché è ambizioso e dà opportunità a queste persone».  Casavecchia: «L'inclusione è uno dei nostri scopi. Speriamo che quando acquisierete il patentino, troverete subito un lavoro che diano soddisfazioni all'esterno».

È l'educatore cinofilo Sabrina Brusa, che con Silvia Angiolini del Ciac Asd, si occupa di questa iniziativa, già lanciata altrove come detto, dalla Sardegna a Rebibbia, a spiegare con entusiasmo i dettagli: «Un percorso che serve a formare figure qualificate e competenti. A dare un futuro e un lavoro. Se poi qualcuno ha già la passione degli animali, la cosa più bella è proprio unire una passione e un lavoro». Gli animali non giudicano, non si pregiudicano: lavorando con loro, si impara anche a stare insieme stabilendo relazioni sane, in cui la fiducia è elemento determinante

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Dal fronte carcere, rileva il valore educativo di questo progetto il capo area trattamentale Valentina Settineri: «La formazione è importante e si parte dal bello per ricostruirsi». Soddisfazione condivisa dal vicecomandante della polizia penitenziaria Simona Finiello: «Un cane non avrà mai un pregiudizio, non può esserci progetto migliore per contribuire alla rieducazione dei detenuti».

Di qui l'orgoglio espresso dal past governor Giuseppe Del Bene, che rimarca come progetti simili contribuiscano a ridurre il tasso di recidività. È una prima tappa, ma preziosissima, e lo rimarcano anche Clara Larghi, con il Rotaract («Ha entusiasmato tutti quanti noi giovani, perché unisce la formazione e il tema degli animali»), e la stessa Lucia Zilio («Grazie per aver creduto in questo progetto veramente innovativo, in questa proposta che ho. portato avanti»).

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Ma. Lu.

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