“Ma c’è ancora il Covid?” Questa è la domanda che mi hanno fatto le persone a cui nei giorni scorsi spiegavo di essere a letto perché non ero ancora in forma. Venerdì 5 settembre mi sono svegliata particolarmente accaldata, con un forte raffreddore e con dolori alla schiena e ai polsi. Ho subito pensato a una normale influenza dovuta al clima estremamente altalenante delle ultime giornate; ho quindi misurato la febbre, ne avevo otto linee ma erano solo le nove del mattino. Dopo una mezz’ora era salita a 38, ma essendo abituata ad avere una temperatura basale appena sopra i 35, ne percepivo molta di più; ciò mi ha indotto a contattare la mia dottoressa che mi ha consigliato di fare un tampone del Coronavirus il quale è risultato positivo.
“Sì, c’è ancora il Covid”. È stata la mia risposta scontata a quella domanda perché, come già successo negli anni scorsi, anche in questo 2025 nel periodo successivo alle vacanze estive si sta riscontrando un lieve aumento dei casi, ma stavolta l’aumento è “un po’ di più”. L'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha confermato questo dato avendo rilevato che in alcuni stati europei l'incidenza è cresciuta, motivandolo con le continue mutazioni delle varianti già note e il correlato calo dell’immunità nella popolazione.
Nella nostra penisola effettivamente “c'è un incremento ma è contenuto e non sostenuto”, si legge sui siti ufficiali. L'ultimo report settimanale della diffusione di Coronavirus in Italia reso noto dal Ministero della Salute, rileva 2.824 casi registrati nella settimana dal 4 al 10 settembre. Il tasso di positività è salito al 9,8% rispetto al 7,4% della settimana precedente La regione con più casi dichiarati è la Lombardia con 918, seguita da Campania (496) e Veneto (265); anche a Busto, dopo un paio di settimane di un virus intestinale che ha colpito moltissimi cittadini, ora i medici di base sottolineano un aumento delle infezioni da Covid.
La variante più diffusa sembra essere quella soprannominata ‘Stratus' (XFG), sempre della famiglia Omicron. Si tratta di un virus generato dalla ricombinazione di altre mutazioni e che sembrerebbe aver riportato i 'vecchi' sintomi che abbiamo imparato a conoscere nel 2020 ma in forma più lieve. Tra essi persistono la febbre, anche alta, mal di gola, stanchezza, congestione nasale, naso che cola con forti raffreddori; molte persone hanno lamentato la mancanza improvvisa e temporanea dell'olfatto e del gusto –in effetti il secondo giorno non sentivo il profumo della cipolla nell’insalata che mi dicevano essere particolarmente forte, né il sapore del the allo zenzero di cui solitamente sento il pizzicore, ma il “disagio” mi è durato solo 48 ore circa-; infine alcuni hanno evidenziato una duratura tosse secca anche dopo essere guariti.
Nel mio caso tutto è durato 4/5 giorni ma per sicurezza ho atteso giovedì mattina, 11 settembre, per fare il tampone di controllo che avendo dato un riscontro negativo mi ha portato alla ripresa della quotidianità e dell’attività lavorativa; rimane solo il ricordo di una brutta influenza, di un riposo “forzato” e un po’ di tosse, che credo di aver “ereditato” e che probabilmente mi accompagnerà lungo i prossimi mesi autunnali.