Oggi, ora, c'è Carlo, una priorità assoluta quale solo un figlio - frutto nel caso di specie di un amore tutto interno alla famiglia del remo con "the voice", Luca Broggini - sa diventare.
Ma la strada della due volte olimpionica varesina di canottaggio Sara Bertolasi da qualche tempo si apre all'altro anche nell'ambito professionale: lei, allenatrice, e la sua casa madre, la Canottieri Gavirate, hanno trovato il modo di utilizzare lo sport per permettere alle vite di giovani che hanno commesso errori di schiudersi in un orizzonte di risalita e riscatto.
Con il remo, alla ricerca della libertà: il progetto non poteva che chiamarsi "Liberi di remare". La neomamma campionessa, che al recupero di questi ragazzi dona la sua esperienza, la sua forza, la sua voglia, lo racconta in questa intervista con orgoglio, consapevolezza e prospettive future.
Sei da poco diventata mamma del piccolo Carlo. Ci racconti le tue emozioni?
Ho provato, sto provando, emozioni forti ed intense, unite ad un nuovo ordine delle priorità della vita. Carlo e la mia famiglia oggi hanno sicuramente un ruolo ancora più centrale.
Dovrai organizzarti diversamente per portare avanti il tuo ambizioso progetto "Liberi di remare"?
Uno dei punti di forza della Canottieri Gavirate è il suo essere camaleontica. Così come il camaleonte cambia colore in base all'ambiente, noi riusciamo a cambiare assetto ogni qual volta un evento o una situazione lo richiede. Nel periodo in cui la nascita di mio figlio si avvicinava, ho iniziato a far seguire i miei ragazzi del progetto "Liberi di Remare" ad alcuni nostri atleti o istruttori in modo tale che nel periodo in cui non ci sarei più stata, il Progetto avrebbe potuto avere continuità. Così è stato, il progetto sta andando avanti. Oggi a Gavirate sono coinvolti anche i ragazzi del settore agonistico, tutti si mettono al servizio per includere chi ha capito di aver sbagliato nella vita.
Puoi farci un bilancio del progetto?
È una grande ed inaspettata sfida... vinta. Offrire ai protagonisti una seconda opportunità significa contribuire alla costruzione di una società migliore. Alla base c'è la missione sociale, l'agonismo per noi è la punta di diamante di un'attività inclusiva e per tutti. I ragazzi che partecipano sono minori o giovani adulti della comunità "Il Sorriso" di Castronno sottoposti a provvedimenti del Tribunale in sede penale. Tutti possono sbagliare, l'importante è capire l'errore per poter ripartire nel modo migliore. Questo concetto lo applichiamo agli sportivi ed è speciale poterlo traslare anche in un mondo che all'apparenza sembra molto lontano dal canottaggio classico. La fatica o, più in generale, l'impegno e la dedizione, è l'ingrediente principale in ogni storia di successo. Ecco io cerco di insegnare questo, l'importanza della dedizione per poter eccellere o raggiungere nuovi obiettivi. Chi capisce, sposa e interpreta questo concetto arriva sempre a superare i propri limiti. La seconda possibilità arriva solo se capisci ed elabori questo concetto. E il canottaggio lo insegna benissimo.
Che emozione provi nel vedere correre in barca i tuoi ragazzi speciali?
Personalmente sento di ricevere più di quello che sto dando. La vera medaglia è il raggiungimento di un traguardo che sembrava impossibile, per questi ragazzi è il riscatto della vita o semplicemente l'appassionarsi a qualcosa che può portarli su una strada diversa da quella vissuta nel momento di buio. Vedere il sorriso dei ragazzi, della comunità, delle istituzioni vale più di mille teorie. Lo sport non è solo vittorie, ma crescita personale e stimolo per la vita. Lo sportivo è un uomo ambizioso, che sogna e prova ad essere migliore ogni giorno.
Conservi qualche ricordo particolare di questa nuova strada intrapresa?
Uno in particolare: durante la permanenza in Comunità, i ragazzi hanno limitatissimi giorni liberi in cui possono "uscire" e riconciliarsi con parenti ed amici. Ecco, uno di loro durante il suo giorno di libertà ha scelto di venire in Canottieri Gavirate per farmi una sorpresa e farmi conoscere ai suoi genitori. Un gesto che mi ha commosso.
Vuoi ringraziare qualcuno in modo particolare?
La Canottieri Gavirate e la comunità Il Sorriso che hanno deciso di sposare insieme a me questo progetto e tutti gli atleti agonisti o istruttori che sono sempre pronti a mettersi in gioco per aiutare chi sta affrontando un periodo complicato della vita.
I tuoi programmi futuri quali sono?
Per ora dedicarmi a mio figlio e magari approfittarne per fare qualche giorno di vacanza. Il lavoro dell'allenatore è ricco di soddisfazioni ma anche totalizzante. Tornerò presto in Canottieri Gavirate per gettare le basi ed iniziare a lavorare per la stagione 2025-2026.