Valle Olona | 15 luglio 2025, 18:30

Coppia anziana truffata a Olgiate, rubata anche la fede nuziale

Una finta telefonata da parte della figlia in difficoltà ha ingannato marito e moglie olgiatesi, che si sono visti portar via da una donna che si è presentata alla loro porta tutti i contanti e gli oggetti preziosi presenti in casa

Coppia anziana truffata a Olgiate, rubata anche la fede nuziale

Una telefonata concitata, una richiesta d’aiuto per una figlia malata e un’estranea che si presenta alla porta per ritirare quanto più possibile. Una dinamica purtroppo consolidata che ancora una volta è riuscita a trarre in inganno una coppia di anziani olgiatesi.

Vittime della truffa marito e moglie di oltre 80 anni, residenti in zona Gerbone, che negli scorsi giorni, hanno ricevuto una chiamata dalla “figlia” che chiedeva aiuto per acquistare un farmaco molto caro, essenziale per la salute.
Una richiesta resa ancora più credibile dal fatto che la persona al telefono era in possesso di diverse informazioni sulla coppia, segno del fatto che non si è trattato di un “colpo” improvvisato, ma di una truffa ben studiata preceduta da un periodo di osservazione che, purtroppo, si è rivelato proficuo.

Alla chiamata ha fatto seguito la visita di un’amica della “figlia”, che si è presentata a casa dei coniugi per ritirare tutti i contanti e gli oggetti di valore che avevano all’interno dell’abitazione, compresa la fede nuziale.
Solo quando la sconosciuta ha iniziato a chiedere di poter aver qualcosa anche dai vicini del piano di sopra sono iniziati i primi sospetti, che l’hanno portata a fuggire velocemente con la considerevole refurtiva sottratta ai due anziani.

Truffe come queste, soprattutto a danni di persone anziane, non sono purtroppo una novità, e per questo il comandante della Polizia Locale olgiatese Alfonso Castellone ha voluto cogliere l’occasione per dare alcuni consigli utili per difendersi da questi individui.

«Innanzitutto – spiega Castellone – è importante concordare con i famigliari una “domanda di sicurezza”, una specie di parola d’ordine da poter usare in questo tipo di situazioni per potersi accertare della reale identità di chi ci sta chiamando.
Si potrebbe, ad esempio, chiedere il nome di un parente che non si frequenta troppo spesso, o comunque un’informazione che non è nota anche a chi ci conosce».

Un modo, questo per capire, anche nella concitazione del momento, che la persona con cui stiamo parlando non è quella che ci dice di essere, anche se le sue parole sono all’apparenza credibili. Ma com’è possibile che questi truffatori siano in possesso di così tante informazioni?

«Spesso si tratta di persone che, nelle settimane precedenti alla truffa, ci hanno osservato per capire le nostre abitudini, chi siano le persone a cui teniamo e chi frequentiamo – prosegue il comandante della Polizia Locale – ed è per questo che diventa fondamentale anche fare attenzione anche quando parliamo della nostra vita e di quella dei nostri parenti.
Raccontare particolari a degli sconosciuti “amichevoli” mentre si fa la spesa, ad esempio, o aggiornarsi tra conoscenti in un luogo dove chiunque può sentire, può dar loro modo di raccogliere ulteriori informazioni; meglio sempre fare certe conversazioni in privato».

Infine è fondamentale cercare riscontri di quanto ci viene raccontato: «Chiamate una terza persona – conclude Castellone – non il parente che vi ha contattato, potrebbe non essere raggiungibile al momento, ma qualcuno che lo conosca e possa verificare quanto vi hanno detto.
Sentite il controllo di vicinato della vostra zona, o chiedete a qualcuno di fidato di venire da voi prima che arrivino a prendere quanto chiesto».

Loretta Girola

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