Valle Olona | 20 giugno 2025, 09:48

La prima omelia di don Marco emoziona Fagnano

Alla messa del Corpus Domini il neo sacerdote, in partenza per Garbagnate, abbracciato dalla sua comunità: «La moltiplicazione avviene quando noi siamo disposti a condividere il poco, non quando abbiamo tutto sotto controllo, programmato»

La prima omelia di don Marco emoziona Fagnano

Don Marco Eliseo emoziona Fagnano con la sua prima omelia. È accaduto ieri sera nella chiesa di Santa Maria Assunta. Il novello sacerdote ha avuto come destinazione Garbagnate (LEGGI QUI).

L'OMELIA DI DON MARCO

Non c’è solo una moltiplicazione del pane, ma qualcosa di più profondo e vero: c’è una moltiplicazione delle relazioni, una moltiplicazione di gesti, una moltiplicazione di senso.

SPEZZARE PER MOLTIPLICARE

Gesù non moltiplica dal nulla. Parte da poco, anzi pochissimo. Eppure da quel poco nasce una sovrabbondanza.

Gesù benedice e spezza.

Spezza i discepoli, che sono di nuovo mandati tra la gente. Loro che vorrebbero sottrarsi dalla fatica, dai loro compiti.
Ma logica di Dio è un’altra. Li manda ancora a servire.
E così spezza l’idea incrostata che si erano fatti di Dio, del capitano per cui combattere a spada tratta, del Dio che invece di libertà offre un’“identità” da difendere e per cui combattere.

Spezza la folla che viene divisa in gruppi. E così spezza l’omologazione. La folla smette di essere un tutt’uno indistinto e fa delle sue diversità che la abitano un punto di inizio. Diventa comunità fatta di volti e storie da conoscere, da valorizzare.

Spezza il pane, che può ora essere mangiato. E così oltre a essere acqua e farina, diventa Corpo di Cristo, per la Chiesa nascente. Diventa sacramento ricordandoci che solo ciò che è spezzato può essere condiviso.
E su tutte queste frazioni, Dio dice bene, Dio benedice.

Come a dire: ciò che è spezzato non è perduto, è ciò che può moltiplicarsi.

DOVE ACCADE IL MIRACOLO

Certamente si tratta di un miracolo ma non possiamo limitarci a coglierlo solo e semplicemente nel pane che aumenta.

Accade nei discepoli, che si convertono da portavoce della rassegnazione a strumenti di condivisione. Loro stessi danno loro da mangiare.

Accade nella folla, che smette di essere spettatrice e diventa protagonista.
Accade in noi, ogni volta che portiamo all’altare le nostre stanchezze, le nostre povertà,

e ci lasciamo spezzare per diventare comunione con e per gli altri.

La moltiplicazione avviene quando noi siamo disposti a condividere il poco, non quando abbiamo tutto sotto controllo, programmato.

Avviene quando rinunciamo alla logica dell’identità da difendere, per accogliere l’altro con la sua differenza.
Avviene quando ci nutriamo del pane e diventiamo comunità che non rimane seduta ma che viene inviata ancora una volta, nel mondo.

Mangiare lo stesso pane, in modo diverso

Gesù ci permette di mangiare insieme. Si tratta di mangiare lo stesso pane, ma in maniera diversa.
Mettersi alla sequela di Gesù non significa diventare uomini migliori, ma condividere quel

frammento del tutto che ciascuno di noi porta... ed è qui, probabilmente, che la pace delle certezze viene meno!

E così, in questa Eucaristia, siamo noi che diventiamo ciò che riceviamo: un corpo spezzato che diventa comunione, una povertà che si fa abbondanza, una solitudine che si trasforma in fraternità.

Questo è il miracolo del Corpus Domini: che Dio si fa pane, e che il pane si moltiplica ogni volta che scegliamo di spezzarci per amore.

Redazione

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