Ieri... oggi, è già domani | 14 novembre 2023, 05:00

"a canzulina" - acqua e liquirizia

Roba da autentici Bustocchi - chi ricorda la "canzulina?" - era una bevanda fai-da-te che i ragazzi di allora, bevevano a più non posso

"a canzulina" - acqua e liquirizia

Roba da autentici Bustocchi - chi ricorda la "canzulina?" - era una bevanda fai-da-te che i ragazzi di allora, bevevano a più non posso. O bevevi la "canzulina" oppure dovevi accontentarti dell'acqua del rubinetto. Ecco come si preparava la "canzulina" - prendevi una bottiglia da litro con tanto di supporto metallico a fare da turacciolo, la riempivi di acqua "zampillante" (o proveniente dal pozzo situato in cortile), oppure la si faceva sgorgare dal rubinetto, a temperatura ambiente. Poi, si buttavano in bottiglia alcune barrette di liquirizia (che in Bustocco si chiamano "giusu") e si agitava la bottiglia sino a quando l'acqua prendeva colore; dapprincipio, marrone pallido (non il beige) che dopo l'olio di gomito (agitare con una certa potenza), il colore diventava nero. Non proprio "fumo di Londra", ma un nero spiccato come il piumaggio dei merli. E a quel punto, acqua + "giusu" diventava "a canzulina"  - bibita dissetante, specie dopo una partita a pallone, spendereccia.

"nu beù a se, da canzulina" borbotta Giusepèn, ricordando che di bibite in giro ce n'erano poche e che il Chinotto o la Coca Cola e persino la Gazzosa, erano "robi da sciui" (roba per ricchi) - non tutti potevano permettersele. Per essere buona, la "canzulina" doveva avere due caratteristiche speciali: essere di acqua fresca (quella del pozzo)  ed effervescente. La "canzulina l'e bona sa l'à buscia" (la canzulina è appetibile se mostra la sua effervescenza), "se da non, l'e fata me aqua" (altrimenti -la bibita- è insipida come l'acqua).

Poi, all'epoca è apparsa sul mercato l'Idrolitina, subito imitata dalla Idriz - erano due preparati da introdurre nell'acqua e non c'era bisogno di agitare la bottiglia per rendere la "bibita" rinfrescante che somigliava tantissimo al bicarbonato..  Nel contempo, apparivano sul mercato i primi frigoriferi e …. vuoi mettere quanto era dissetante la bibita a base di "polvere bianca, granulosa" che …. appena la introducevi nella bottiglia, "busciava" e se non avessi chiuso per tempo il tappo "a molletta" il contenuto effervescente  … trasbordava.

Risultato? oltre allo spreco, avevi meno acqua da bere e, quando si gioca e si perdono energie, anche la "canzulina" o la Idriz o l'Idrolitina, facevano onore alla bisogna.

Già che ci siamo, "riesumiamo" un altro "reperto storico" molto in uso in quei tempi con un nome tipico e …. intraducibile: "a muschiroea" - si tratta di una gabbietta dalle dimensioni "a piacere" in base alla consistenza familiare, costruita con legno leggero (il compensato, ad esempio) che doveva sorreggere un reticolato altrettanto leggero che consentisse l'aerazione del cibo e protezione dello stesso dagli "attacchi" di mosche, zanzare e insetti vati. Nella "muschiroea" custodita in ambiente secco e assolutamente non-umido, si mettevano salumi e formaggi, a volte anche pezzi di carne che dovevano essere consumati nel brevissimo periodo, altrimenti (specie d'estate) oltre agli effluvi di formaggi che si mischiavano con quelli dei salumi, si rischiava di buttare il cibo che si deteriorava. Dal "cervèle" si comprava lo stretto necessario e il "fare scorta" era quasi "proibito", proprio per non buttare danaro e generi alimentari deteriorabili. Con l'avvento del frigorifero, la "muschiroea" fu abolita da ogni casa.

Ne approfittiamo per una puntualizzazione che ho vissuto da giovanotto. Sapete chi ha inventato il FRIGORIFERO? -  fu un elettricista di Milano che, in società col fratello aveva un negozio che vendeva fornelli e stufette. Quel signore, di nome Giovanni Borghi si mise in mente di far uscire dalla "fiammella" che bruciava il gas, nientepopodimeno che freddo gelido. Dopo pochi "tentativi", Giovanni Borghi spiegò al socio-fratello la potenza di quella scoperta. Nacque così la IGNIS che occupò gran parte del Territorio di Comerio e di Cassinetta di Biandronno, Comuni tuttora esistenti, a nord di Varese.  Prima che "altri" scoprissero il segreto di Giovanni Borghi, l'IGNIS fece una fortuna grandiosa, quale unica Azienda sul mercato che poteva stabilire il prezzo di vendita di quel "cassone-contenitore" che emetteva freddo, utile per la conservazione dei cibi.

Giusepèn, annuisce e aggiunge una semplice realtà: la IGNIS fu campione del mondo sia nella scoperta dei frigoriferi sia quale "mecenate" dello Sport varesino: dalla pallacanestro al calcio; dal ciclismo al pugilato, dalla corsa in pista a una sequela di altri sport. Tutto dall'intuito di un semplice elettricista che col cervello e il cuore in azione, ha determinato un'epoca!

Gianluigi Marcora

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